"Missioni non specificate": così aerei e navi cinesi puntano su Taiwan

Il ministero della Difesa di Taiwan ha fatto sapere che la Cina ha fatto volare 28 aerei da guerra intorno all'isola

"Missioni non specificate": così aerei e navi cinesi puntano su Taiwan
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Pochi giorni dopo aver pubblicato misure politiche "speciali" per migliorare l’accesso delle imprese taiwanesi alla provincia cinese del Fujian, in un chiaro tentativo di promuovere una riunificazione morbida con Taiwan, la Cina ha inviato i suoi aerei da guerra nei pressi dell'isola. Nello specifico, Pechino ha inviato 28 velivoli per missioni a lungo raggio non meglio specificate. La maggior parte dei mezzi rilevati ha superato la linea mediana dello Stretto di Taiwan ed è entrata nella zona di identificazione della difesa aerea sud-est e sud-ovest del territorio controllato da Taipei.

Aerei cinesi a Taiwan

Il ministero della Difesa taiwanese ha fatto sapere di star monitorando la situazione con aerei e navi da pattuglia, e spiegato che la Cina sta conducendo "missioni come esercitazioni e addestramento a lungo raggio". La settimana scorsa Taipei ha segnalato un aumento del numero di incursioni da parte di aerei da guerra e navi cinesi, dopo che Pechino aveva dichiarato che le sue truppe erano in "massima allerta" in seguito al transito di due navi appartenenti a Stati Uniti e Canada attraverso lo Stretto di Taiwan.

Le autorità di Taipei hanno affermato che 68 aerei cinesi e 10 navi da guerra sono stati rilevati intorno all'isola tra mercoledì mattina e giovedì mattina. Alcuni di questi aerei e navi da guerra si stavano dirigendo verso un'area non specificata del Pacifico occidentale per "condurre addestramenti marittimi e aerei congiunti" con la portaerei cinese Shandong. La Cina non ha commentato eventuali esercitazioni condotte nel Pacifico occidentale.

La strategia della Cina

Accanto a simili dimostrazioni di forza, troviamo però anche l'attuazione di un piano soft. La Cina ha fatto sapere che approfondirà lo sviluppo integrato della città cinese di Xiamen e delle isole Kinmen, controllate da Taipei, mediante collegamenti di gas, elettricità e trasporto tra i due territori. Le misure fanno parte di un piano annunciato da Pechino per trasformare la provincia costiera del Fujian in una zona di sviluppo integrato con Taiwan, che la Cina rivendica come parte del suo territorio.

Come se non bastasse, Cong Liang, vicepresidente cinese della Commissione nazionale per lo sviluppo e la riforma, ha spiegato che la Cina sostiene l'idea di consentire alle isole Kinmen, non distanti dalla costa cinese, l'accesso al nuovo aeroporto di Xiamen. Il gigante asiatico offre da tempo all'isola la scelta tra due percorsi: pace e prosperità oppure guerra e declino. La narrazione cinese non si sposta da questo aut aut.

La mossa degli Usa

In un contesto del genere gli Stati Uniti hanno aperto il loro ombrello protettivo nei confronti di Taiwan, non solo criticando le azioni della Cina, ma anche inviando armamenti a Taipei. In tutta risposta, Pechino ha deciso di sanzionare (ancora) i due colossi della difesa americani Lockheed Martin e Northrop Grumman a causa del loro ruolo nella vendita delle suddette armi a Taipei.

Il portavoce del ministero degli Esteri cinese, Mao Ning, ha dichiarato che il governo degli Stati Uniti "ha ignorato la ferma opposizione di Pechino e ha insistito nel fornire armi alla regione cinese di Taiwan, violando gravemente il principio della Unica Cina, il diritto

internazionale e le norme fondamentali delle relazioni internazionali". Gli Usa, ha aggiunto Mao, "stanno seguendo sempre più la strada sbagliata e pericolosa di armare Taiwan". La tensione resta elevata.

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