La cerimonia funebre per Alexei Navalny si terrà nella chiesa dell'Icona della Madre di Dio nel distretto di Maryino, quartiere nel sud-est di Mosca, venerdì 1 marzo alle 14 ora locale. La notizia è stata confermata da Kira Yarmish, ex portavoce del dissidente morto lo scorso 16 febbraio nella colonia penale di Kharp in cui era detenuto. L’attivista verrà poi sepolto due ore dopo, alle 16, al cimitero Borisovskoe. “Venite in anticipo”, l’esortazione della collaboratrice del leader di Russia del Futuro.
La notizia legata al funerale di Navalny arriva nelle ore in cui la moglie, Yulia Navalnaya, è ospite a Strasburgo."Da un lato, l’omicidio pubblico ha dimostrato ancora una volta a tutti che Putin è capace di tutto e che non si può negoziare con lui. Ma d’altra parte, posso anche vedere quanto siano tutti scioccati. Molte persone hanno la sensazione che Putin non possa essere sconfitto affatto. E in questa disperazione ora mi chiedono: come posso aiutarti?", le sue parole intervenendo alla plenaria del Parlamento europeo. La vedova di Navalny ha putato il dito contro la guerra brutale e subdola di Putin contro l'Ucraina, supportata dal mondo intero:"Ma sono passati due anni, c’è molta stanchezza, molto sangue, molta delusione, e Putin non è andato da nessuna parte. Tutto è già stato utilizzato: armi, denaro, sanzioni... Niente funziona. E il peggio è successo: tutti si sono abituati alla guerra. Qua e là la gente cominciava a dire: "Beh, con lui bisognerà comunque mettersi d'accordo. E poi Putin ha ucciso mio marito, Alexei Navalny. Su suo ordine, Alexei fu torturato per tre anni: fu fatto morire di fame in una minuscola cella di pietra, tagliato fuori dal mondo esterno e gli furono negate visite, telefonate e persino lettere. E poi lo hanno ucciso. Anche dopo hanno offeso il suo corpo e offeso sua madre".
L'organizzazione della cerimonia funebre rappresenta una buona notizia per la famiglia di Navalny e per i suoi seguaci, dopo giorni di difficoltà per l’entourage nel trovare una sala disponibile per la cerimonia. Come confermato dalla stessa Kira Yarmysh, molte sedi si erano rifiutate di ospitare la cerimonia d’addio per il dissidente. “Abbiamo chiamato la maggior parte delle agenzie funebri private e pubbliche, dei siti commerciali e delle sale funebri”, ma senza successo. "In un posto ci è stato detto che alle agenzie funebri era vietato collaborare con noi. Dopo una giornata di ricerche, non abbiamo ancora trovato la sala per la cerimonia", la sua denuncia in un post su X, ex Twitter.
Attesa una grande folla per l’ultimo saluto a Navalny, ma il rischio è quello di assistere alle solite scene di repressione feroce da parte delle autorità russe. Emblematiche le minacce del Cremlino in vista della mobilitazione organizzata per il prossimo 17 marzo – giorno finale delle elezioni presidenziali russe – in onore del rivale di Putin. La manifestazione organizzata da Leonid Volkov, amico e collaboratore di Navalny, è considerata una“provocazione”, ha affermato il portavoce Dmitri Peskov, invocando “conseguenze legali” per“coloro che in qualche modo reagiscono a queste chiamate”.
Peskov ha anche tenuto a smentire le ricostruzioni del team di Navalny sullo scambio di prigionieri con gli Stati Uniti e la Germania, entrato nella“fase finale” di negoziazione ma poi bloccato per il netto rifiuto di Putin.
Secondo quanto affermato da Maria Pevchikh, della Fondazione anticorruzione di Navalny, lo scambio negoziato dall'oligarca ed ex presidente del Chelsea Roman Abramovich prevedeva la liberazione del dissidente e di due cittadini americani per la scarcerazione di Vadim Krasikov, ufficiale dei servizi di sicurezza russi detenuto in Germania. “Non ne so nulla, non ho alcuna informazione a riguardo”, le parole del diplomatico del Cremlino. Una versione che non convince affatto il team di Navalny, decisa a lottare per la verità.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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