Non solo Trump: tutti gli attentati ai presidenti Usa

Le storie degli attentati ai presidenti americani, da Abraham Lincoln a Ronald Reagan

John Kennedy prima dell'attentato
John Kennedy prima dell'attentato
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Attentare alla vita di un politico, di qualcuno che incarna il potere o aspira al proprio ritorno - come nel caso dell'ex presidente Donald Trump - non è una novità nella Storia. Tutti sanno delle Idi di Marzo, o come è iniziata la Prima Guerra Mondiale oppure come nel luglio di 124 anni fa il re d’Italia Umberto I fu ucciso in un attentato. Ma uno dei Paesi occidentali in cui sono più noti gli attentati alla vita dei presidenti è l’America. Chi sono stati i presidenti americani uccisi o sopravvissuti in un attentato alla loro vita?

Attentato a Lincoln

Esiste un aneddoto interessante nella storia americana, agiografico, leggendario ma interessante. Il 16esimo presidente Usa Abraham Lincoln fece un sogno: si vide riflesso in due specchi, in uno era giovane e vigoroso, nell’altro vecchio e con la pelle smunta. Alcuni hanno interpretato il sogno come un presagio: i due specchi rappresentano i due mandati di Lincoln, uno portato a compimento, l’altro interrotto dal suo assassinio. Il 14 aprile 1865, mentre il presidente era al Ford’s Theather di Washington per assistere allo spettacolo Our American Cousin, fu freddato da un colpo di pistola esploso da John Wilkes Booth, un attore originario del Maryland, che nutriva forti sentimenti di astio nei confronti del presidente, non solo per la sua intenzione di abolire la schiavitù ma anche per via delle politiche condotte nel suo Stato d’origine.

Attentato a James Garfield

Il mandato del 20esimo presidente durò solo 6 mesi: James Garfield fu oggetto di un attentato il 2 luglio 1881. A sparargli, in una stazione ferroviaria, fu Charles J. Guiteau, un avvocato che rivendicava questioni professionali e politiche nei confronti di Garfield, al quale avrebbe preferito il suo vice, Chester Arthur. Garfield morì due mesi dopo l’attentato, a causa delle infezioni seguite alle cure.

Attentato a William McKinley

Lunga agonia, ma non lunga come quella di Garfield, anche per William McKinley, 25esimo presidente colpito da arma da fuoco il 6 settembre 1901: il politico aveva appena terminato di pronunciare un discorso a Buffalo quando l’anarchico Leon Czolgosz attentò alla sua vita. Poco più di una settimana dopo, McKinley morì.

Attentato a Franklin D. Roosevelt

Dopo che nel 1912, il suo omonimo Theodor Roosevelt scampò a un attentato, nel 1933 fu Franklin Delano Roosevelt a sopravvivere a diversi colpi di pistola. L’attentatore in quel caso fu Giuseppe Zangara, un anarchico affetto da problemi di salute: l’uomo, che a causa della sua bassa statura era salito su una sedia per assistere a un discorso a Miami del 32esimo presidente appena eletto ma non ancora insediato, esplose diversi proiettili, che ferirono alcuni astanti, anche loro sopravvissuti, con l’eccezione del sindaco di Chicago Anton Cermak, che perse appunto la vita.

Attentato a Harry S. Truman

L’1 novembre 1950 due attivisti per l’indipendenza portoricana, Oscar Collazo e Griselio Tossesola, cercarono di uccidere Harry S. Truman, 33esimo presidente, mentre si trovava nella Blair House. Furono fermati dagli addetti alla sicurezza prima di riuscire a raggiungere il politico.

Attentato a John F. Kennedy

L’assassinio di un presidente americano che ebbe la prima grande eco mediatica fu quello di John Kennedy, 35esimo presidente anche perché venne ripreso sia il momento in cui il politico venne colpito sia quello in cui venne ucciso il suo attentatore. Kennedy morì a Dallas il 22 novembre 1963, a seguito dei precisissimi colpi esplosi da Lee Harvey Oswald, ex Marine con simpatie filosovietiche. L’uomo si è sempre dichiarato innocente e ancora oggi esistono teorie del complotto che coinvolgono i soggetti più disparati. Il 6 giugno 1968 morì assassinato anche il fratello minore di JFK, il senatore Robert Kennedy: si trovava in un albergo di Los Angeles per una conferenza stampa e fu colpito a morte da Sirhan B. Sirhan, un cittadino giordano mosso dal contrasto con la politica internazionale del senatore, che tutti immaginavano sarebbe diventato il futuro presidente: ma anche su questo fatto ci sono molte teorie del complotto.

Attentato a Gerald Ford

Il 5 settembre 1975 scampò a un attentato il 38esimo presidente Gerald Ford. L’autrice, subito fermata e arrestata - la sua pistola si era inceppata - era Lynette “Squeaky” Fromme, ex membro della Manson Family.

Attentato a Ronald Reagan

Infine, il 30 marzo 1981, ci fu l’attentato al 40esimo presidente Ronald Reagan, mentre usciva da un albergo a Washington.

Reagan e altre persone restarono ferite, ma sopravvissero. Il responsabile era John Hinkley, poi risultato incapace di intendere e volere: il suo movente era attirare l’attenzione dell’attrice Jodie Foster di cui era ossessionato.

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