Partygate, Boris Johnson si dimette dal parlamento inglese: terremoto in Uk

L'ex primo ministro ha rassegnato le dimissioni dal parlamento britannico con effetto immediato. Le accuse contro i relatori: "Io costretto a lasciare"

Partygate, Boris Johnson si dimette dal parlamento inglese: terremoto in Uk
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Boris Johnson lascia il parlamento britannico. La vicenda passata alla cronaca britannica come Partygate ha innescato un vero e proprio effetto domino che ha infine portato l'ex primo ministro a rassegnare le proprie dimissioni con effetto immediato.

Lo scandalo

È stato uno scandalo di proporzioni colossali il partygate. Un festino organizzato nel giardino di Downing Street nel maggio del 2020, quando l'interno Regno Unito si trovava stretto nella morsa del lockdown. Un'azione sconsiderata, ritenuta irrispettosa nei confronti del popolo britannico, che in quei giorni restava chiuso in casa per tutelare la salute della popolazione e, in particolare, dei soggetti più fragili.

Forte la rabbia del paese, che non ha mai accettato le giustificazioni accampate da Johnson. L'ex primo ministro ha tentato di alleggerire le accuse nei suoi confronti. Prima spiegando di aver partecipato al party solo per pochi minuti, poi affermando che si trattava di un incontro di lavoro. Già all'inizio dello scandalo, la parola "dimissioni" è spuntata parecchie volte. Dopo oltre 50 defezioni dei suoi ministri, Boris Johnson ha rassegnato le sue dimissioni da premier, venendo sostituito da Rishi Sunak. Oggi l'addio anche al suo ruolo da deputato del parlamento inglese.

Il rapporto sul Partygate

A motivare le dimissioni con effetto immediato di Boris Johnson è stato il rapporto sul Partygate presentato dalla commissione incaricata di fare luce sui festini organizzati a Downing Street in piena chiusura del Paese. L'ex primo ministro se n'è andato accusando i relatori di averlo "costretto a lasciare".

"È molto triste lasciare il parlamento, ma soprattutto sono sconcertato e sconvolto di essere stato costretto a lasciare, in modo antidemocratico, da un comitato presieduto e gestito da Harriet Harman in modo pregiudizievole", ha dichiarato Boris Johnson in un comunicato ufficiale, secondo quanto riportato da The Times.

Le critiche a Rishi Sunak

"Quando ho lasciato l'incarico l'anno scorso, il governo era solo a pochi punti di distanza nei sondaggi. Questo divario si è ora ampliato enormemente", ha dichiarato Johnson. "Solo pochi anni, dopo aver vinto la maggioranza più ampia da quasi mezzo secolo, questa maggioranza è chiaramente a rischio", ha aggiunto. "Il nostro partito ha urgentemente bisogno di riacquisire slancio e di credere in ciò che questo paese può fare. Dobbiamo mostrare come stiamo sfruttando al massimo la Brexit e nei prossimi mesi dobbiamo delineare un'agenda favorevole alla crescita e agli investimenti.

Dobbiamo ridurre le tasse aziendali e personali, non solo come manovre pre-elettorali, anzichè continuare ad aumentarle all'infinito. Non dobbiamo avere paura di essere un vero governo conservatore. Perchè abbiamo abbandonato passivamente la prospettiva di un accordo di libero scambio con gli Stati Uniti?", ha concluso l'ex primo ministro.

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