"Pericolo per la sicurezza". Ilaria Salis scrive alla premier Meloni

L'insegnante 39enne ha scritto una lettera al governo chiedendo di poter scontare i domiciliari nell'ambasciata italiana dopo che l'indirizzo dove si trova attualmente è stato reso pubblico dal giudice ungherese

"Pericolo per la sicurezza". Ilaria Salis scrive alla premier Meloni
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Ilaria Salis vuole trascorrere i domiciliari nell’ambasciata italiana a Budapest. L’insegnante 39enne ha scritto una mail alla premier Giorgia Meloni e ai ministri Antonio Tajani, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, per chiedere il trasferimento dalla casa della privata cittadina in cui si trova attualmente alla rappresentanza diplomatica di Roma nella capitale ungherese.

La notizia è stata diffusa dall’Agi, che ha citato fonti legali secondo cui la richiesta è stata motivava dai pericoli per la sicurezza di Ilaria, della sua famiglia e di chi la ospita dopo che il giudice Josef Szos ha rivelato l’indirizzo dove risiede durante l’ultima udienza del processo. I fatti risalgono al 24 maggio scorso e hanno scatenato una dura polemica. Il padre dell’insegnante, Roberto Salis, ha protestato pubblicamente dicendo all’ambasciatore italiano in Ungheria Manuel Jacoangeli che “bisogna fare qualcosa”. Sulla questione si è espresso anche l’avvocato Gyorgy Magyar, sottolineando che “l'indirizzo non dovrebbe essere rivelato, anzi protetto e non va inserito nel verbale”.

Sul suo profilo Instagram, aperto il 31 maggio, Ilaria Salis ha affermato che la locazione precisa del domicilio in cui si trova è finita “sui siti dei neonazisti ungheresi”, dai quali sarebbero anche arrivate delle minacce. La 39enne è stata trasferita nel domicilio privato dopo 15 mesi passati in carcere ed è accusata di lesioni aggravate nei confronti di due militanti dell’estrema destra per gli scontri dell’11 febbraio 2023 in occasione del Giorno dell’Onore.

È candidata alle prossime elezioni europee con Alleanza Verdi e Sinistra e, in un post pubblicato sulla sua pagina nella piattaforma di Meta, ha ringraziato coloro che le hanno permesso di partecipare alle consultazioni per il nuovo parlamento di Strasburgo, sottolineando che grazie ai loro sforzi riesce ad intravedere “uno spiraglio di luce”. “A volte le esperienze più dure possono offrire spunti per crescere come persona e porre le basi per costruire collettivamente qualcosa di nuovo”, ha scritto.

L’insegnante ha dichiarato di essere “vittima di un’ingiustizia” e che “la storia è dalla mia parte”.

In un’intervista rilasciata alla Stampa, ha inoltre promesso che, se verrà eletta, farà in modo di non lasciare soli coloro che si trovano in situazioni “come la mia” e darà voce al tema della tutela dei diritti fondamentali della persona. Quando le è stato chiesto se si fosse sentita o meno sostenuta dal governo, ha replicato con “preferisco non rispondere”.

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