La Cina fa scorta di barili petrolio. Pianificazione o strategia in caso di guerra?

Secondo trader e analisti la Cina starebbe attuando da mesi un piano ben preciso per prepararsi ad un possibile aumento delle tensioni internazionali

La Cina fa scorta di barili petrolio. Pianificazione o strategia in caso di guerra?
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Uno sforzo concentrato e deliberato per accumulare scorte strategiche in vista di un futuro probabilmente incerto. Secondo trader e analisti la Cina starebbe attuando da mesi un piano ben preciso per prepararsi ad un possibile aumento delle tensioni internazionali o, peggio ancora, per prevenire le conseguenze di un conflitto più o meno globale. Il campanello d'allarme principale coinciderebbe (il condizionale è d'obbligo) con la quantità di barili di petrolio accumulati dal Dragone: da 280 a 400 milioni di unità. La stima più grande ipotizzata supera la riserva strategica di oro nero degli Usa, pari a circa 364 milioni di barili. Considerando che, in tempo di pace, il gigante asiatico consuma quasi 14 milioni di barili al giorno, c'è dunque chi si sta domandato il perché di un simile accumulo. Si tratta di una semplice pianificazione economica oppure c'è davvero il rischio di un nuovo conflitto (o qualcosa del genere) alle porte?

La Cina e l'accumulo di risorse strategiche

Secondo quanto riportato dal Bangkok Post, dall'inizio del 2024 ad oggi nel porto cinese orientale di Dongying sarebbero attraccate diverse petroliere per scaricare petrolio greggio russo. Il prezioso materiale sarebbe finito in un nuovo impianto di stoccaggio da 31,5 milioni di barili completato alla fine dello scorso anno. La Cina, dunque, starebbe deliberatamente (e rapidamente) accumulando scorte nell'ambito di un presunto sforzo nazionale di ampio respiro volto a stoccare materie prime e risorse essenziali.

Quando si tratta di energia, gran parte dei nuovi afflussi ora provengono principalmente dalla Russia, le cui esportazioni energetiche verso la Cina sono aumentate di circa un quarto lo scorso anno raggiungendo la cifra record di 2,14 milioni di barili di oro nero al giorno. L'accumulo di scorte di petrolio da parte di Pechino è tuttavia solo la punta dell'iceberg, che si aggiunge all'acquisto di altre materie prime, in una mossa che – sospettano vari analisti – potrebbe avere lo scopo di aiutare la Cina ad essere autosufficiente di fronte a qualsiasi guerra futura o sanzioni internazionali (come quelle che potrebbero essere scatenate da una potenziale invasione cinese di Taiwan).

Il possibile piano della Cina

Mike Studeman, ex comandante dell’Ufficio statunitense di intelligence e intelligence navale e direttore del Comando indo-pacifico statunitense, ha sostenuto sul sito War on the Rocks che questo accumulo di risorse strategiche farebbe parte di un processo molto più ampio. "Xi Jinping sta preparando il suo Paese per una resa dei conti", ha sottolineato l'esperto, secondo cui il leader cinese starebbe "preparando il suo Paese per una potenziale guerra ad alta intensità".

Parte di questa preparazione, ha suggerito lo stesso Studeman, includeva la creazione di scorte strategiche di beni e risorse essenziali, la protezione della Cina dal tipo di sanzioni imposte alla Russia dopo l’invasione dell’Ucraina – o, addirittura, da un blocco imposto militarmente come parte di una guerra regionale o globale. Altri esempi di fantomatica preparazione, ha aggiunto l'esperto, includerebbero il ritmo molto più elevato delle operazioni militari cinesi intorno a Taiwan, progettate sia per addestrare l’esercito cinese sia per minacciare implicitamente il governo di Taipei.

Questa settimana, il capo uscente del Comando Indo-Pacifico degli Stati Uniti ha affermato che Pechino continua a investire risorse nelle sue forze armate nonostante le turbolenze economiche causate dalla crisi immobiliare e dal crollo del commercio USA-Cina. "Nonostante un'economia in crisi c'è una decisione consapevole di finanziare la capacità militare. E questo mi preoccupa", ha detto l'ammiraglio John Aquilino ad una conferenza navale in Giappone.

In ogni caso, il governo cinese ha imparato molteplici lezioni dalla travagliata esperienza della Russia in Ucraina. Una lezione su tutte – presumibilmente da adottare a Taiwan - riguarda l'opportunità di gestire qualsiasi presa di potere militare in modo estremamente rapido.

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