La rivolta del capo della Wagner, Evghenij Prigozhin, ha fatto scattare le contromosse della Federazione Russa per le regioni coinvolte dall'ammutinamento - Rostov sul Don e Voronezh - ma anche per Mosca. Due diversi livelli di operazioni, uno per la sicurezza delle strutture di comando e statali, un altro per il controllo dell'ordine pubblico nelle tre regioni.
Protezione dei centri degli Affari interni
Per quanto riguarda il primo livello, quello che coinvolge la capitale russa e la città di Rostov, i media hanno riferito dell'avvio di un protocollo che viene chiamato "piano Fortezza". Si tratterebbe di un'operazione per proteggere le strutture sensibili degli Affari interni, dei servizi segreti e delle carceri, con la convocazione di tutto il personale di polizia, il controllo degli uffici e la creazione di posti di blocco. Al momento, a riportare questa operazione sono solo alcuni media e canali Telegram, e poiché i piani di questa operazione sono sconosciuti o comunque secretati, è possibile fare riferimento solo alle informazioni che giungono dalle aree interessate, dove si notano da diverse ore veicoli blindati, cordoni di militari e porti di blocco.
Il regime antiterrorismo
Il secondo livello di controllo messo in atto dalle autorità russe è poi quello del regime di "antiterrorismo". Come riporta l'agenzia Interfax, il Comitato nazionale antiterrorismo ha ordinato questo regime per la città di Mosca, la regione di Mosca e quella di Voronezh. Prima di queste tre regioni, l'altra oggetto di tale misura era Belgorod, posta sotto il sistema antiterrorismo da maggio per le operazioni della legione anti Putin.
La decisione in questo caso spetta al capo dello Fsb, Aleksander Bortnikov, chiaramente su approvazione di Vladimir Putin, che nel suo discorso alla nazione ha annunciato che il tradimento sarebbe stato punito e che le forze armate avevano già ricevuto ordini in tal senso. In questo caso, come confermano anche le fonti russe, il regime applicato nella zona prescelta prevede una lunga serie di limitazioni alla libertà personale fino alla fine del periodo di emergenza. Un esempio su tutti: in Cecenia venne applicato per dieci anni, dal 1999 al 2009.
Come riportato dal quotidiano russo Kommersant, il regime è regolato dalla legge federale "sulla lotta al terrorismo" e ha come obiettivo quello di "prevenire un atto terroristico, minimizzarne le conseguenze e proteggere gli interessi vitali dell'individuo, della società e dello Stato". Non esiste un limite temporale specifico: il termine del regime di antiterrorismo termina quando è ritenuta conclusa la minaccia. Questo, chiaramente, comporta una discrezionalità nei confronti dei servizi che si ripercuote anche sulla scelta delle misure da adottare. Non si prevede infatti un blocco unitario di misure, ma l'autorità può scegliere di volta in volta il provvedimento che ritiene più opportuno nell'ambito delle misure autorizzate dalla legge.
Le restrizioni per cittadini e non solo
La legge prevede diversi livelli di restrizioni. Si va dalla richiesta di documenti e all'identificazione di chi non li possiede, fino a perquisizioni personali, "rimuovere" cittadini da aree considerate a rischio, allontanamento di individui, intercettare conversazioni telefoniche e corrispondenza, chiusura di impianti che producono sostanze o armi utilizzabili dai terroristi.
Prevista, inoltre, anche la possibilità di limitare la libertà di movimento delle persone, l'utilizzo da parte delle forze dell'ordine di qualsiasi veicolo, ma anche la possibilità che le forze di sicurezza entrino e perquisiscano i locali se questo è ritenuto utile nel contrasto al terrorismo.Intanto, la Tass ha riportato la notizia che è stato appena firmato da Putin un decreto che consente l'arresto fino a 30 giorni per chiunque violi la legge marziale.
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