La politica non è un posto per i social, almeno per quelli di Mark Zuckerberg (nella foto). Su Instagram e Threads verrà dato più spazio all'intrattenimento e meno alla res pubblica. Quella che una volta si faceva nelle piazze vere, ora è bannata da quelle virtuali. La novità è che gli utenti potranno scegliere se limitare o meno i post suggeriti su personaggi politici che non seguono. In pratica, se odi Trump e sei invece un fan di Biden, potrai eliminare qualunque collegamento al primo e continuerai invece a venire bombardato da post, card e reel sul secondo. Il riferimento alla contesa presidenziale americana non è puramente casuale, perché i malpensanti leggono la mossa di Zuckerberg come un tentativo di mettere i bastoni tra le ruote a The Donald. Ma al netto delle malelingue, è evidente che si rischia un effetto polarizzazione social-e.
«Se decidi di seguire account che pubblicano contenuti politici - ha dichiarato il capo di Instagram Adam Mosseri - non vogliamo intrometterci tra te e i loro post, ma non vogliamo nemmeno consigliare in modo proattivo contenuti politici da account che non segui». A tutto ciò si aggiunge il fatto che si potrà verificare se i propri post sono considerati di parte e quindi a rischio censura. Non è ancora chiaro invece cosa verrà etichettato come prettamente politico né se anche delle semplici frasi di utenti comuni riferite a un esponente o a un preciso argomento politico possano entrare nel girone infernale-digitale del bavaglio.
Ma che mondo sarebbe se noi vedessimo sempre solo quello che ci piace e se ci crogiolassimo sempre e solo al caldo delle proprie convinzioni? Sarebbe come vivere davanti a uno specchio capace di riflettere esclusivamente la nostra faziosità o - peggio ancora - dentro una bolla senza via d'uscita. Il confronto, anche quello aspro con ciò che disprezziamo, non è una polvere da mettere sotto il tappeto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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