Non si danno pace i genitori di Nir Forti, il ragazzo italo-israeliano disperso dopo l’attacco di Hamas al rave “Supernova festival”, vicino alla Striscia di Gaza. Parlando ai microfoni del Tg3, la coppia ha confermato che il figlio è stato colpito al torace prima di non essere più rintracciabile. “L’ultima volta che lo abbiamo sentito erano le 8 del mattino”, hanno raccontato. “Ci ha detto che erano stati bloccati dalla polizia, ma abbiamo capito che era una cosa strana. Si vede che lui non ha immaginato che fossero terroristi”. La madre Tova ha anche detto che, dopo quell’orario, sono riusciti a parlare solo con un amico del ragazzo, che ha confermato alla coppia il ferimento del figlio.
I due coniugi avevano ricevuto una prima comunicazione da Nir all’inizio dell’attacco, quando il giovane li aveva informati che stava per fuggire in auto verso il kibbutz Gal On, per trovare rifugio in casa di conoscenti. Assieme a lui, c’erano la fidanzata Shai, forse anche lei ferita da un proiettile dei terroristi, e due amici. “Restiamo incollati al telefono, ci ha anche chiamati il ministro Tajani in persona. Ora possiamo solo aspettare e sperare”, ha concluso la donna.
Nir Forti è il più giovane dei tre italo-israeliani dispersi dopo l’attacco di Hamas di sabato 7 ottobre. Nato a Omer, località dieci chilometri a sud della città di Beer Sheva, il 30enne ha vissuto per anni a Tel Aviv dove lavorava come responsabile vendite alla TytoCare, un’azienda che si occupa di presidi ospedalieri. I genitori lo hanno descritto come “solare, intelligente, innamorato della sua fidanzata e della musica”. Ha girato tutta Europa e si è specializzato nel settore commerciale studiando a Londra. Ha anche partecipato alle manifestazioni contro la riforma della giustizia voluta dal primo ministro Benjamin Netanyahu, pur non essendo un appassionato di politica.
La passione per la musica, superiore solo al suo amore per il Milan, lo ha portato a partecipare al rave, per passare una giornata spensierata all’insegna del divertimento e della musica techno. Lo stesso desiderio di molti altri giovani riunitisi lì, come la tatuatrice tedesca Shani Louk. I terroristi di Hamas hanno trasformato quel luogo di gioia in un mattatoio, sparando sulla folla e mietendo almeno 260 vittime.
Molte di loro non sono ancora state identificate e non si sa quanti partecipanti al festival siano stati rapiti. Una mancanza di informazioni, questa, che lascia centinaia di famiglie come quella di Nir Forti nel dolore e nell’incertezza.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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