Gli Usa muovono la cellula segreta: cosa fa in Israele

L'accordo tra Israele e Hamas per la liberazione di un gruppo di ostaggi sarebbe frutto di una lunga pressione dell'amministrazione Biden e del lavoro diplomatico di una cellula segreta Usa

Gli Usa muovono la cellula segreta: cosa fa in Israele
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Una secret cell, una cellula segreta, formata da alti consiglieri della presidenza Usa. L’accordo tra Israele e Hamas per la liberazione di alcuni degli ostaggi trattenuti dai combattenti filo palestinesi nella Striscia di Gaza sarebbe stato reso possibile grazie alla lunga pressione effettuata sulle parti in causa dall’amministrazione Biden, nonché dal lavoro diplomatico di un gruppo di funzionari. Quest’ultimo avrebbe lavorato in maniera ostinata ad una rete di negoziati con Qatar, Egitto e autorità israeliane, nonostante le interruzioni delle comunicazioni e alcune controversie last minute che avevano fatto deragliare i colloqui.

Il ruolo della cellula segreta Usa

La notizia è stata riportata dal New York Times, che ha raccontato i retroscena delle cinque settimane di trattative che hanno portato all'accordo finale, comprese 13 telefonate effettuate da Joe Biden al premier israeliano Benjamin Netanyahu. La cellula segreta Usa sarebbe alla fine riuscita a trovare un’intesa che prevederebbe il rilascio di tre americani: due donne e un bambino. La stessa cellula ha poi continuato a spingere per il rilascio di tutti gli ostaggi americani.

Decisiva, secondo il quotidiano statunitense, la convinzione maturata da Biden che, per superare le resistenze di Netanyahu a pause di giorni (e non di poche ore), sarebbe stato necessario legare la tregua all'accordo per la liberazione degli ostaggi. Dopo un'altalena di progressi e stop, i negoziati sono ripresi in seguito ad una telefonata di Biden all'emiro del Qatar, principale mediatore dell'intesa.

I dirigenti Usa hanno quindi continuato a fare pressione su Israele e, attraverso gli intermediari, su Hamas. Dopo la chiamata di Biden, i suoi più stretti collaboratori, compreso il capo della Cia, si sono incontrati con l'emiro in Qatar per esaminare l'ultima bozza, un testo di sei pagine con passaggi dettagliati per l'attuazione dell'accordo da entrambe le parti. Un acccordo che ora la Casa Bianca spera possa essere esteso, spianando la strada ad un più ampio accordo di pace nella regione.

Pressioni e diplomazia

L’accordo può essere letto come l’ultimo esempio dell’ampliamento della frattura che si starebbe creando tra la Casa Bianca e il primo ministro israeliano. Da settimane, infatti, Biden ha cercato pubblicamente e privatamente di convincere Netanyahu a fermare i bombardamenti su Gaza per consentire l'arrivo degli aiuti umanitari e ridurre le vittime civili.

Sul Washington Post, lo stesso Biden ha scritto un articolo nel quale ha spiegato, o meglio approfondito, la posizione degli Usa. "Il nostro obiettivo non dovrebbe essere semplicemente quello di fermare la guerra per oggi. Dovrebbe consistere neò porre fine alla guerra per sempre, spezzare il ciclo della guerra e della violenza incessante, costruire qualcosa di più forte a Gaza in Medio Oriente affinché la storia non continui a ripetersi", ha chiarito l’inquilino della Casa Bianca.

I legami tra Biden e Netanyahu

Dal canto suo, Netanyahu ha fatto sapere che la guerra riprenderà. Se così fosse è lecito supporre che Washington possa cercare di sfruttare l'accordo sugli ostaggi per fare altre pressioni, questa volta in merito ad un prolungato cessate il fuoco, probabile anticamera della soluzione dei due Stati. Nel caso in cui i combattimenti dovessero riprendere, invece, il legame tra Biden e il leader israeliano potrebbe deteriorarsi.

Il sito Haaretz, intanto, ha spiegato che i leader politici israeliani dovrebbero ricevere nelle prossime ore la lista ufficiale del primo gruppo di ostaggi che ci si aspetta vengano liberati da Hamas.

I sequestrati verranno consegnati alla Croce Rossa Internazionale e da questa alle forze armate israeliane attraverso uno dei valichi della Striscia. Una volta che saranno al sicuro fuori dall'enclave, Tel Aviv rilascerà i detenuti palestinesi concordati. Per evitare false speranze, Israele avvertirà i familiari degli ostaggi solo a liberazione avvenuta.

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