I punti chiave
Il bilancio ufficiale delle vittime del terremoto che ha colpito la Turchia e la Siria è sempre più tragico. Le autorità turche hanno riferito che 2.316 persone hanno perso la vita nel sisma di magnitudo 7.8 mentre quelle siriane parlano di quasi 1.300 morti. Il punto è che questi dati potrebbero aumentare ulteriormente. Per l’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) c’è il rischio che si possa ad arrivare a otto volte tanto i numeri fin qui annunciati.
Le stime dell’Oms
Secondo l’Oms il violento sisma con epicentro localizzato lungo il confine turco-siriano potrebbe causare fino a otto volte più vittime rispetto ai 2-3.000 morti riportati dai vari bilanci provvisori. "C'è un potenziale di ulteriori crolli e numeri otto volte superiori ai numeri iniziali", ha detto Catherine Smallwood, responsabile delle emergenze dell'ufficio europeo dell'Organizzazione mondiale della sanità.
I rischi più grandi, oltre a quelli derivanti dai crolli, arrivano da possibili, eventuali, nuove scosse. L'Oms Europa si è attivata per "a sostenere il ministero della Salute turco nella risposta umanitaria d'emergenza ai devastanti terremoti che hanno colpito la regione sud-orientale di Türkiye, uno Stato membro dell'Oms Europa", ha sottolineato la stessa Organizzazione mondiale della sanità su Twitter, postando le immagini dei crolli e delle macerie causate dalle forti scosse nella notte al confine fra Turchia E Siria.
"Assicuriamo il nostro impegno a sostegno della Turchia nel rispondere a questa tragedia", ha invece twittato il direttore dell'Oms Europa, Hans Kluge, esprimendo le proprie "sentite condoglianze a tutte le comunità colpite".
A complicare i già difficili soccorsi nelle zone terremotate della Turchia e della Siria, c'è anche il meteo con gli esperti che prevedono forti piogge e nevicate nelle prossime ore, oltre a venti sostenuti. Lo riportano i media turchi citando i servizi meteorologici del Paese.
Un bilancio tragico
Non bastassero i morti, ci sono all’appello centinaia e centinaia di dispersi e oltre 13.000 feriti, molti dei quali in gravi condizioni. Il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha dichiarato 7 giorni di lutto nazionale e le scuole di tutto il Paese rimarranno chiuse fino al prossimo 13 febbraio.
I due terremoti totali, quattro scosse di grado compreso tra 6,4 e 7,7, hanno fatto tremare dieci diverse città in quello che Erdogan ha definito "il terremoto più disastroso dal 1938".
Hatay, Gaziantep, Kilis, Urfa, Adiyaman, Osmaniye, Malatya, Kahramanmaras, Adana, Diyarbakir sono le principali città che oggi contano i morti e si trovano dinanzi al conto dei danni e di migliaia di palazzi già abbattuti perchè sul punto di crollare. La macchina dei soccorsi, organizzatissima in Turchia con la protezione civile AFAD purtroppo non nuova a questo tipo di interventi, sta lavorando senza sosta.
La stessa Afad ha comunicato che la prima scossa, di magnitudo 7,7, ha colpito alle 4:17 del mattino (Roma +2), epicentro a Pazarcik, nella provincia di Kahramanmaras, alla profondità di 7 km. La seconda scossa ha colpito Gaziantep pochi minuti dopo, magnitudo 6,4, seguita da un terzo movimento tellurico di grado 6.5. Una scossa di grado 7.5 ha fatto tremare di nuovo la provincia di Kahramanmaras 7 ore dopo, picco di uno sciame sismico che ha fatto registrare più di 150 scosse.
Le stesse avvertite in Iraq, Libano, Cipro ed Egitto, e che in Siria hanno fatto registrare almeno mille morti. Erdogan è arrivato con un volo da Istanbul presso la sede della presidenza dell'Afad, dove ha assunto il coordinamento delle operazioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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