Repressione e spionaggio negli Usa: così la Cina si è infiltrata a Washington

Un'inchiesta del Washington Post e un arresto per spionaggio a New York hanno acceso i riflettori sull'influenza che la Cina riuscirebbe ad esercitare sul suolo Usa

Repressione e spionaggio negli Usa: così la Cina si è infiltrata a Washington
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Nelle ultime ore i media statunitensi hanno acceso i riflettori su due notizie riguardanti l'influenza che la Cina riuscirebbe ad esercitare sul suolo Usa. La prima è frutto di un'inchiesta del Washington Post, secondo cui, durante la visita del leader cinese Xi Jinping a San Francisco avvenuta lo scorso novembre, diplomatici del Dragone e gruppi della diaspora pro-Cina con sede negli Stati Uniti avrebbero organizzato manifestazioni "molestando e mettendo a tacere i dimostranti contrari alle politiche di Pechino, anche con la violenza". A New York, invece, è finito nei guai l'ex vicecapo dello staff della governatrice di della città, Kathy Hochul, arrestata e incriminata, assieme al marito, di aver lavorato segretamente per il governo cinese.

La presunta "repressione" di San Francisco

Per quanto riguarda l'inchiesta del WP, il quotidiano ha scritto che gli eventi di San Francisco illustrano come il Partito Comunista Cinese (PCC) sia disposto a estendere "la sua intolleranza verso qualsiasi dissenso negli Stati Uniti e a prendere di mira le persone che esercitano i loro diritti del Primo Emendamento in una città americana". Tutto questo farebbe anche parte di un più ampio schema globale in cui la Cina tenterebbe di superare i suoi confini per reprimere i "nemici" presenti tra i membri della sua diaspora.

Il quotidiano Usa ha scritto inoltre che, sempre in occasione della visita di Xi a San Francisco, la violenza più estrema è stata istigata da attivisti pro PCC e portata avanti da gruppi coordinati di giovani uomini inseriti tra loro, come mostrerebbero video verificati. I manifestanti anti Xi sarebbero stati attaccati con pennoni e spray chimici, presi a pugni, calci e avrebbero ricevuto manciate di sabbia in faccia. Pare, inoltre, che il consolato cinese a Los Angeles abbia pagato gli hotel e i pasti dei sostenitori come incentivo alla partecipazione.

In risposta alle numerose domande del Post, Liu Pengyu, portavoce dell'ambasciata cinese a Washington, e i portavoce dei consolati cinesi a New York, San Francisco e Los Angeles hanno rispedito al mittente ogni accusa, spiegando che i membri delle comunità cinesi si erano recati a San Francisco volontariamente per dare il benvenuto a Xi e sono stati invece oggetto di "molteplici incidenti di provocazioni e violenza". "Alcune organizzazioni e agenzie statunitensi hanno messo insieme 'prove' inventate per fare supposizioni diffamatorie e 'indagini' infondate sui gruppi di accoglienza volontaria, oltre ad allusioni diffamatorie a diplomatici e consolati cinesi negli Stati Uniti", si legge in altre di dichiarazioni ufficiali.

L'arresto per spionaggio che scuote gli Usa

Linda Sun, ex vicecapo dello staff di Hochul, è accusata di aver violato e complottato per aggirare il Foreign Agents Registrations Act, aver falsificato i visti, aver favorito l'ingresso illegale di cittadini cinesi e riciclato denaro. Suo marito, anche lui imputato, Chris Hu, è accusato di riciclaggio di denaro e frode bancaria in concorso. La loro abitazione, una villa circondata dal verde, è stata perquisita a luglio dagli agenti federali.

Secondo i procuratori, Sun ha agito come un "agente in incognito del governo cinese, mentre il marito aveva facilitato il trasferimento di milioni di dollari per interessi personali". Sun e Hu sono stati arrestati stamani nella loro abitazione a Long Island. I due dovranno comparire nel pomeriggio davanti al giudice. La donna era stata assunta dall'esecutivo dello Stato di New York più di una decina di anni fa. "Il suo incarico - ha spiegato un portavoce della governatrice Hochul - è terminato nel marzo 2023 dopo che avevamo trovato le prove di una condotta illegale, subito segnalata alle autorità".

Tra le altre cose, Sun si sarebbe mossa per bloccare rappresentanti del governo di Taiwan dall'avere accesso alle più alte cariche dello Stato di New York.

Inoltre la donna avrebbe "inviato lettere" false firmate dall'ufficio del governatore per facilitare l'ingresso di rappresentanti del governo di Pechino, coinvolti in incontri con rappresentanti del governo statale. Sun avrebbe anche tentato di organizzare il viaggio in Cina di un politico di rilievo, il cui nome non è stato fatto, per incontrare uomini d'affari.

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