Richard Kuklinski, l’uomo di ghiaccio tra mafia e sadismo

Sicario al soldo della criminalità organizzata italo-americana, Richard Kuklinski avrebbe ucciso 250 persone nel corso della sua carriera criminale

Screen SerialKillerMinds833 via YouTube
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Il bilancio ufficiale è di 6 omicidi, ma il conto potrebbe salire a 250. Richard Kuklinski è stato uno dei serial killer più feroci e brutali degli Stati Uniti, soprannominato “The Iceman” – “l’uomo di ghiaccio” – perché ha tenuto la sua prima vittima congelata in un frigorifero per due anni. Sicario della mafia, ma anche assassino spietato per piacere o semplicemente per denaro: la belva del New Jersey ha cambiato spesso modus operandi – passando dalle pistole alle bombe a mano – e una volta beccato non ha mai espresso rimorso per i suoi crimini.

L'infanzia tra povertà e violenze

Richard Kuklinski nasce l’11 aprile del 1935 a Jersey City. I genitori – immigrati polacchi – sono molto poveri e la famiglia vive in un piccolo appartamento in un casermone di periferia, con il gabinetto in comune con gli altri inquilini. Kuklinski e i due fratelli (il fratello maggiore Florian morirà nel 1940 in circostanze controverse) possiedono soltanto un paio di abiti e spesso finiscono nel mirino degli altri bambini tra prese in giro e scherzi. “Richie il ragazzo-straccio”, “Richie barbone” e “il polacco ossuto”: questi alcuni dei soprannomi affibiati dagli altri ragazzini del quartieri. Ma il bullismo non è l’unico problema per Richard Kuklinski. Spesso fuori per lavoro, il padre quando fa ritorno a casa si presenta ubriaco e non si pone problemi ad alzare le mani. Il futuro “uomo di ghiaccio” è vittima di angherie e soprusi. La madre non fa niente per fermarlo, anzi si dedica con regolarità a umiliazioni ricche di disprezzo.

I primi crimini

Maltrattato da entrambi i genitori – definirà la madre “un cancro che distruggeva tutto ciò che toccava” – Richard Kuklinski trascorre un’adolescenza molto irregolare. Non va a scuola e preferisce vivere come un vagabondo, girando senza una meta per le strade di Jersey City. Non ha amici, sta sempre da solo e quando è ancora minorenne diventa un alcolizzato. Come da piccolo, non sfugge al bullismo: in particolare, c’è un tale Johnny che lo picchia e lo deride ad ogni buona occasione. La rabbia dentro Kuklinski cresce sempre di più e presto esploderà.

Lasciata la scuola, Richard Kuklinski passa da un lavoro all’altro e nel 1961 si sposa con Linda, una donna del suo quartiere nove anni più grande di lui. I due hanno due figli – Richard junior e David – e il futuro serial killer trova lavoro in un’azienda di autotrasporti. Dopo qualche tempo si infatua della segretaria della sua azienda, Barbara Pedrici, e una volta ottenuto il divorzio si risposa. Kuklinski porta con sé i due figli e con la seconda moglie mette al mondo altri tre figli: Merrick, Christin e Dwayne.

In questa fase emerge il lato violento di Richard Kuklinski. Da marito e padre perfetto, si trasforma in orco che picchia selvaggiamente la moglie e la minaccia con una pistola alla tempia. L’uomo è ossessionato dalla coniuge, la monitora di continua e la costringe a rimanere reclusa tra le mura domestiche. E c’è un altro pallino, quello per i soldi: per Kuklinski il denaro è l’unica cosa in grado di dare la felicità. Anche per questo motivo cambia auto ogni sei mesi, dividendosi tra l’attività di commerciante e quella meno visibile di truffatore. Fino all’incontro con la mafia e alla nuova vita da sicario.

Richard Kuklinski diventa "l'uomo di ghiaccio"

Gli episodi di violenza si moltiplicano: Richard Kuklinski strangola la moglie fino a farle perdere i sensi, aggredisce i figli e arriva a commettere violenze sugli animali. Poi torna in sé, si mostra come un ottimo capofamiglia e i vicini di casa lo trattano come un grande uomo d’affari, complice l’elevato stile di vita. Il primo omicidio accertato è datato 30 gennaio 1980: Kuklinski uccide con cinque colpi di pistola il 42enne George William Malliband junior durante un incontro di lavoro con l’obiettivo di assicurarsi i 27 mila dollari che la vittima ha con sé. Il suo cadavere viene nascosto nei pressi di un impianto chimico di Jersey City.

Il 29 aprile del 1981 Richard Kuklinski incontra Paul Hoffman, farmacista che lo incalza per chiudere un affare per il Tagamet, un popolare farmaco. Dopo aver raccolto 25 mila dollari per acquistare il prodotto promesso, Hoffman, 51 anni, viene attirato in un garage e ucciso a colpi di ferro da stiro: Kuklinski rivelerà che si era inceppata la pistola. Il corpo della vittima non verrà mai ritrovato.

Il terzo omicidio accertato di Richard Kuklinski coinvolge un suo partner di attività illegali, Gary Smith. L’uomo fa parte della banda di furti con scossa capeggiata proprio da Kuklinski ma l’arresto di un componente – Percy House – scatena il panico. Dopo una discussione, per il timore che potesse diventare un informatore, Kuklinski uccide Smith con un hamburger zeppo di cianuro. L’assassinio è stato realizzato con un altro componente della banda, Daniel Deppner, che rivelerà di aver finito Smith strangolandolo con il cavo di una lampada. La quarta vittima è stata appena citata, Daniel Deppner. Richard Kuklinski elimina il complice tra il febbraio e il maggio del 1983. Anche lui viene avvelenato e in un secondo momento strangolato.

Il quinto omicidio – che permette a Richard Kuklinski di diventare “l’uomo di ghiaccio” – è quello di Louis Leonard Masgay. Il cadavere del cinquantenne viene ritrovato il 25 settembre del 1982 in un parco cittadino a Orangetown, New York, con un foro di proiettile nella parte posteriore della testa. Ma l’uomo era scomparso più di due anni prima, nel luglio del 1981, giorno in cui aveva incontrato Kuklinski in un ristorante del New Jersey per acquistare una grande quantità di videocassette. Con sé aveva la bellezza di 95 mila dollari. Il suo cadavere era stato dunque conservato in un congelatore per quasi due anni.

L'arresto e le confessioni choc

Richard Kuklinski viene arrestato dalla polizia newyorkese grazie all’aiuto dell’agente infiltrato Dominick Polifrone. Il serial killer viene bloccato il 17 dicembre del 1987 all’interno della sua abitazione. Viene collegato a sei omicidi irrisolti grazie anche alle rivelazioni fatte al poliziotto sotto copertura, spacciatosi per un criminale vicino alla mafia. Il processo vede protagonisti come testimoni anche gli ex soci Percy House e Barbara Deppner e termina senza grosse sorprese: nel marzo del 1988 viene condannato a sei ergastoli ma a causa della mancanza di testimoni oculari non viene condannato a morte.

Una volta finito dietro le sbarre, Richard Kuklinski inizia a rilasciare interviste e dichiarazioni, rivendicando 200 omicidi. Assassinii per soldi, per divertimento, per contratto o per coprire altri crimini: “l’uomo di ghiaccio” rivendica con orgoglio le sue azioni senza provare pietà. Il modus operandi invece sempre diverso: dalle pistole al veleno, passando per i coltelli, le mazze da baseball e le bombe a mano. Tra le varie confessioni, l’omicidio di Johnny, il ragazzo che lo tormentava da adolescente, oppure quello di Jimmy Hoffa, ex presidente del sindacato dei Teamsters.

Nell’ottobre del 2005, dopo quasi diciotto anni di carcere, a Richard

Kuklinski viene diagnosticata la malattia di Kawasaki. Trasferito in un’ala sicura del St. Francis Medical Center di Trenton, nel New Jersey, il serial killer si spegne il 5 marzo del 2006 all’età di 70 anni.

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