Pechino muove caccia e navi. Scatta l'allerta a Taiwan

Le autorità dell'isola hanno individuato 24 aerei e sette navi militari. Potrebbe essere un messaggio per il passaggio del vicepresidente di Taiwan negli Stati Uniti

Pechino muove caccia e navi. Scatta l'allerta a Taiwan
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Si alza ancora la tensione intorno all'isola di Taiwan. Il ministero della Difesa di Taipei ha annunciato che intorno alle mezzanotte (ora locale) sono stati rilevati 24 aerei e sette navi da guerra delle forze armate cinesi.

Alcuni osservatori hanno messo in parallelo i movimenti delle unità di Pechino con quelli del vicepresidente di Taiwan, Lai Ching-te, che farà scalo prima a New York e poi a San Francisco nel viaggio che lo porterà in visita in Paraguay. È probabile che le forze dell'Esercito popolare di liberazione siano state attivate anche per inviare un avvertimento - molto pesante- nei confronti delle decisioni dell'autorità dell'isola. Tuttavia, va anche ricordato che questo è solo l'ultima di una lunga serie di episodi che ha visto navi e aerei da guerra di Pechino avvicinarsi a quella che considera una propria provincia ribelle, con manovre ed esercitazioni che hanno messo in allerta tutte le potenze dell'Indo-Pacifico, Stati Uniti in testa.

Non è un mistero che il presidente cinese Xi Jinping abbia più volte avvertito della necessità di "risolvere" una volta per tutte la questione di Taiwan. Nell'agenda della leadership cinese si è spesso considerato una data cardine, il 2050. Ma più di recente, la Central intelligence agency statunitense ha ipotizzato uno scenario molto più prossimo: il 2027. Secondo alcuni funzionari della Cia, infatti, Pechino avrebbe anticipato i programmi di invasione (o di riunificazione) per evitare un eccessivo rafforzamento dell'isola. Anche se lo stesso direttore dei servizi Usa, William Burns, in un’intervista alla Cbs ha rivelato che secondo le valutazioni degli esperti del suo team è possibile che "il leader e i capi dell'esercito di Pechino non siano sicuri di riuscire a portare a termine la missione". Motivo per cui potrebbero anche desistere.

Intanto, Xi e l'establishment cinese continuano a lanciare segnali anche di propaganda. Il leader della superpotenza asiatica aveva fatto visita ad aprile al comando del teatro meridionale, dicendo le forze armate avrebbero dovuto ''aumentare il loro l'addestramento militare per essere pronte a combattimenti reali".

Mentre più di recente si è recato in visita al Comando del Teatro orientale, quello appunto che si occupa anche dello stretto di Taiwan, chiedendo che di implementare "l'addestramento al combattimento" per aumentare "la capacità di vincere qualsiasi guerra".

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