Il salto e poi la dogana: i parà inglesi del D-Day costretti a mostrare il passaporto all’arrivo in Francia

Niente sconti per gli 80 anni del D-Day: ai parà inglesi che si sono paracadutati in Normandia per celebrare l'anniversario della liberazione sono stati chiesti i documenti all'atterraggio nei campi francesi

Il salto e poi la dogana: i parà inglesi del D-Day costretti a mostrare il passaporto all’arrivo in Francia
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"Documenti, prego". Dietro un banchetto improvvisato in mezzo ai campi della Normandia, con qualche computer e un furgoncino, la polizia di frontiera francese ha accolto così le truppe inglesi aviotrasportate nel giorno dell'ottantesimo anniversario del D-Day. Una scena insolita quella che si sono trovati davanti i militari di Sua Maestà, il re Carlo III, che subito dopo il lancio con il paracadute, con addosso ancora l'attrezzatura, si sono dovuti presentare davanti ai controlli di frontiera con i passaporti in mano. "Ue cosa? Momento ridicolo", titola The Sun, uno dei tabloid inglesi che hanno maggiormente sostenuto la Brexit, sopra l'immagine di un paracadutista che appare quasi smarrito nel dover effettuare questa procedura burocratica.

Il contingente inglese, nel 1944, era parte dello schieramento alleato che comprendeva Stati Uniti, Regno Unito, Canada e Francia Libera. E oggi, per commemorare quel giorno di 80 anni fa che cambiò per sempre il corso della guerra, così come della Storia, e riportò la libertà in Europa, qualche centinaio di paracadutisti inglesi, nell'ambito delle celebrazioni ufficiali, si sono paracadutati in quegli stessi campi in cui i loro avi iniziarono la liberazione della Francia. Certo, nel 1944 non c'erano degli educati poliziotti di frontiera a chiedere un documento per entrare in Europa ma gli agguerriti tedeschi pronti alla battaglia. E non c'erano gli applausi della folla in festa, come oggi, ma gli schioppi dei fucili e delle pistole nemiche.

Tuttavia, è comprensibile lo sgomento dei soldati che si sono comunque messi ordinatamente in fila, tra un sorriso di stupore e qualche battuta, per farsi timbrare il passaporto per l'ingresso nel Paese. "È qualcosa che non abbiamo mai sperimentato prima", ha commentato il comandante della 16 Air Assault Brigade, Mark Berry. Comunque, chiosa l'ufficiale, "data l'accoglienza reale che abbiamo avuto sotto ogni altro aspetto, sembra un prezzo molto piccolo da pagare per venire in Francia". Questo è uno dei tanti effetti della Brexit ma, sostiene parte dell'opinione pubblica inglese, visto il contesto, si sarebbe anche potuto pensare a una deroga pr l'occasione.

La richiesta di passaporto è stata fatta ai militari inglesi e non a quelli americani, che si sono comunque paracadutati in Francia, in quanto a differenza dei colleghi dell'esercito di Sua Maestà, i

soldati americani non sono partiti da una base esterna all'Europa. Gli aerei americani sono decollati dalle basi francesi mentre quelli inglesi dalle proprie basi situate al di là del canale della Manica.

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