Per l'ambasciatore russo Nikolai Korchunov, qualsiasi misura di rafforzamento della Nato nell'area dell'Artico riceverà una risposta da parte di Mosca. Un ulteriore segnale di come anche l'Artico sia ormai a tutti gli effetti un teatro di scontro tra la Russia e l'Occidente, insieme ad altri settori del mondo. "La politica di rafforzamento del potenziale militare della Nato in questa regione, anche attraverso l'adesione della Finlandia all'alleanza e il previsto coinvolgimento della Svezia in essa, testimonia la prevalenza di scenari di potere della Nato per garantire la propria sicurezza alle latitudini settentrionali a scapito della sicurezza di altri Paesi" ha spiegato Korchunov come riportato da Ria Novosti. E questo, sempre secondo il diplomatico russo, condurrà a "una serie di misure necessarie, comprese le misure preventive" da parte della Federazione.
L'avvertimento di Korchunov sulle mosse della Russia nell'Artico arriva insieme a una serie di notizie che giungono da questo fronte "caldo" delle reazioni tra Mosca e Nato. Nelle scorso settimane, alcune immagini satellitari, rilanciate da Yle, hanno mostrato la costruzione di alcune installazioni militari russe a 50 chilometri dal confine con la Finlandia. Paese che da questa estate fa ufficialmente parte dell'Alleanza atlantica. Le basi, secondo quanto riportano gli osservatori, sono al momento utilizzata dalla Brigata artica dell'esercito della Federazione Russa.
In base alle immagini, è stato possibile identificare anche le date della costruzione dei vari capannoni, avvenuta in tre singoli giorni tra luglio e agosto. Una notizia che certifica la crescita di interesse di Mosca per il confine finlandese, in particolare per la regione della Carelia, dopo che Helsinki ha completato il procedimento di adesione alla Nato iniziato con lo scoppio della guerra in Ucraina. Una scelta in controtendenza rispetto alla neutralità attività tipica della Finlandia dalla Guerra Fredda ma che è stato il fulcro dell'agenda estera dell'ex premier Sanna Marin un volta che il presidente russo Vladimir Putin ha innescato la cosiddetta "operazione militare speciale".
L'allarme sulla Finlandia si unisce poi ad un altro avvertimento sulla delicata situazione dell'Artico giunto dalle colonne del Financial Times. Come riportato da Repubblica, infatti, nell'ultimo mese già due navi russe sono partite dal porto di Murmask lungo le coste artiche russe per dirigersi nel porto cinese di Rizhao usando la rotta polare. Questa via d'acqua è considerata una delle grandi sfide del futuro, dal momento che l'aumento delle temperature e il parallelo miglioramento delle tecnologia per la navigazione renderebbe sempre più facile l'attraversamento di questa rotta un tempo impraticabile.
Tutto questo con la non trascurabile postilla della netta diminuzione dei tempi di percorrenza e dei costi rispetto alla rotta che transita attraverso il Canale di Suez.
Il problema, spiegano gli esperti, è che al momento la Russia utilizzerebbe navi non rinforzate: fattore che rischia di provocare perdite di petrolio in caso di incidenti causati da scontri con ghiaccio più solido. L'allarme ambientale si unisce quindi a quello della sicurezza, mostrando un altro fronte di sfida tra Mosca e l'Occidente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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