Come si svilupperanno le relazioni tra Stati Uniti e Cina nei prossimi quattro anni? Donald Trump, seppur non chiudendo del tutto la porta dei rapporti diplomatici con Pechino, ha iniziato il suo secondo mandato imponendo dazi del 10% su tutti i beni made in China. All'orizzonte, dunque, si intravede una potenziale guerra commerciale 2.0 tra le due super potenze, anche se molto dipenderà da come reagirà il Dragone. Al momento il presidente cinese ha risposto annunciando tariffe su alcuni prodotti made in Usa, restrizioni sull'export di qualche minerale essenziale e un'indagine anti monopolio nei confronti di Google. Gli esperti avvertono tuttavia che una mossa tit-for-tat del Dragone è limitata dal grande deficit che gli Usa hanno nei confronti del gigante asiatico. Cos'ha in mente allora il presidente cinese Xi Jinping? Un'agenda ben precisa, una sorta di Trump Strategy, che sta lentamente mettendo in atto.
La Trump Strategy di Pechino
Premessa: Trump è un leader imprevedibile, e dunque non è da escludere che il presidente Usa e il suo omologo cinese possano, in qualche modo, negoziare una sorta di deal sui dossier più spinosi. In attesa che la diplomazia faccia il proprio corso, la Cina ha passato gli ultimi mesi a sviluppare una strategia per anticipare, contrastare e minimizzare gli eventuali danni delle politiche economiche varate da The Donald. Le due principali mosse del Dragone sono state: uno sforzo per sostenere l'economia interna e un'azione parallela, verso l'esterno, per rafforzare le relazioni diplomatiche con il maggior numero possibile di nazioni.
"Il manuale di Pechino per superare gli anni di Trump si concentra sul rendere l'economia nazionale più resiliente, riconciliarsi con i vicini chiave e approfondire le relazioni nel Sud del mondo", ha sintetizzato la rivista Foreign Affairs. In ogni caso, i piani della Cina vanno ben oltre i quattro anni di Trump. Detto altrimenti, Pechino non intende lottare per ottenere vittorie a breve termine bensì per conseguire successi nel lungo periodo. I leader cinesi, del resto, restano convinti del fatto del destino storico del loro Paese: quello di crescere e sostituire gli Stati Uniti come potenza preminente del mondo. Pensano inoltre che le politiche di Trump indeboliranno il potere degli Usa e che ne ridurranno la posizione globale. E, quando ciò accadrà, la Cina vuole essere pronta a trarne vantaggio...
Le due mosse della Cina
Sul fronte interno, dicevamo, la Cina ha lavorato duramente per introdurre misure di stimolo, dare impulso all'economia reale e rafforzare i consumi nazionali. L'8 novembre scorso, e cioè appena tre giorni dopo le elezioni statunitensi, Pechino ha annunciato un programma per distribuire 1,4 trilioni di dollari per ridurre i debiti degli enti locali in due anni (che il Fondo monetario internazionale ha stimato in circa 9 trilioni di dollari) nel tentativo di stabilizzare l'economia. Un mese dopo, il 9 dicembre, Pechino ha promesso politiche fiscali più attive e politiche monetarie moderatamente accomodanti. Ovvero: più spesa pubblica, espansione di bilancio e tassi di interesse più bassi.
Le ultime riforme cinesi strizzano l'occhio anche al commercio internazionale, da incrementare cementando le relazioni diplomatiche con vari Paesi. In previsione di una tensione elevata nell'Indo-Pacifico, la Cina ha cercato per esempio di allentare le tensioni con India, Giappone e Australia, "vicini" con i quali negli ultimi anni il Dragone ha spesso avuto rapporti turbolenti. Allo stesso tempo i mercati di esportazione in più rapida crescita di Pechino sono quelli dei Paesi del Sud del mondo, tra cui Brasile, Indonesia, Malesia, Thailandia e Vietnam, molti dei quali agiscono da intermediari elaborando materiali cinesi ed esportando i prodotti finiti negli Stati Uniti.
In generale Xi ha molteplici opzioni per imbastire una risposta diretta a dazi aggiuntivi o ad altre misure commerciali che Trump potrebbe imporre. Tra queste troviamo: controlli sulle esportazioni, sanzioni alle aziende statunitensi, deprezzamento della valuta cinese, tariffe di ritorsione sulle esportazioni Usa verso la Cina. Cosa sceglierà di fare Cina (e quando) dipenderà da cosa deciderà di fare Trump. Certo è che il gigante asiatico spera di usare le politiche di Trump a proprio vantaggio.
Come? I leader cinesi potrebbero sfruttare una guerra commerciale scatenata dagli Stati Uniti per radunare vari gruppi di interesse interni attorno a riforme significative in patria e, al contempo, per espandere i legami con i paesi che gli Stati Uniti rischiano di alienare. Rafforzando così la posizione della Cina in un nuovo sistema commerciale globale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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