
Dopo la convalida del fermo, avvenuto nei giorni scorsi con l'accusa di corruzione, il sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu si sfoga in questo modo: "Un'esecuzione senza processo". Il ministero dell'Interno, nel frattempo, ha confermato la sua sospensione dall'incarico. Il sindaco disarcionato non ci sta e rilancia con un messaggio sul social X: "Oggi la Turchia si è svegliata e ha scoperto un tradimento profondo. Il procedimento giudiziario in corso è tutt'altro che equo, è un'esecuzione senza processo. Invito la nostra Nazione a lottare per i propri diritti. Questa battaglia è cruciale per il futuro della nostra Nazione e dei nostri figli".
Imamoglu non è solo un amministratore locale ma, al contempo, è il leader del Chp (Partito repubblicano del popolo), il principale movimento dell'opposizione. Che ora, con il capo disarcionato, invita i turchi a votare per scegliere il candidato alle presidenziali del Chp, continuando a far sentire la propria voce con la protesta nelle strade del Paese. Proteste pacifiche, anche se le autorità rispondono con il pugno di ferro: nella notte fra sabato e domenica, infatti, sono almeno 323 le persone arrestate durante le proteste.
Erdogan teme davvero il Chp?
Ma è vero che il potentissimo presidente turco Recep Tayyip Erdoga ha paura, in qualche modo, del partito di Imamoglu? Sicuramente lo teme, non fosse altro che, oltre ad essere il partito di opposizione più importante, è anche il più antico della Turchia. Imamoglu è uno dei volti più noti dal 2019, quando per la prima volta fu eletto sindaco di Istanbul. "È nato un leader", dissero in quel momento alcuni osservatori. Oggi il Chp sceglie il suo candidato alle prossime elezioni presidenziali, previste per il 2028, ma non sono pochi quelli che si aspettano un voto anticipato. Imamoglu al momento è l'unico candidato in corsa, anche se la sua situazione ora si fa dura, essendo finito agli arresti con una raffica di accuse pesantissime. Dopo l'arresto sono esplose le polemiche, durissime, non solo a Istanbul ma in tutto il Paese. Fondato nel 1923 dal padre della Turchia moderna, Mustafa Kemal Ataturk, il Chp l'anno scorso fece registrare un grandissimo risultato, infliggendo la più grande battuta d'arresto mai subita dall'Akp di Erdogan. Con il 37,8% dei voti vi era più di un motivo per impensierire il presidente, visto anche l'alleanza con il partito filo curdo Dem, che non a caso oggi contesta duramente l'arresto di Imamoglu: "Sia liberato subito".
Germania: "Su Imamoglu battuta d'arresto della democrazia"
In tutto l'Occidente c'è forte preoccupazione per ciò che sta avvenendo in Turchiam, Paese membro della Nato. Il ministero degli Esteri tedesco ha definito la formalizzazione dell'arresto del sindaco di Istanbul Ekrem Imamoglu una battuta d'arresto per la democrazia in Turchia, e ha sollecitato un giusto processo e il rispetto dello stato di diritto in futuro. "La competizione politica non deve essere condotta attraverso tribunali e prigioni", ha affermato un portavoce del Ministero degli Esteri a Berlino.
"Ci aspettiamo che le accuse siano indagate in modo trasparente il più rapidamente possibile e che i procedimenti siano condotti sulla base dello stato di diritto", ha continuato il portavoce, sottolineando che lo stesso vale per i dimostranti detenuti. Il portavoce ha infine osservato che il rispetto per la democrazia e lo stato di diritto rimane centrale nei rapporti tra Germania e Turchia, sia bilateralmente che all'interno delle relazioni Ue-Turchia.
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