Un sottomarino sui fondali dell'Artico: a cosa punta l'ultima mossa della Cina

La Cina si è descritta come una potenza "quasi artica" e sta aumentando le sue flotte di esplorazione polare. Gli Stati Uniti monitorano con attenzione le mosse di Pechino (e Mosca)

Un sottomarino sui fondali dell'Artico: a cosa punta l'ultima mossa della Cina
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Un sommergibile dotato di equipaggio da inviare nell’Artico per esplorarne i fondali polari: è questo l’ultimo obiettivo della Cina. Il 704esimo Istituto di ricerca della China State Shipbuilding Corporation, nonché sviluppatore del nuovo mezzo, è già all’opera per tagliare il traguardo. Ha spiegato di aver già effettuato una serie di test, tra cui attracco subacqueo e operazioni a bassa temperatura, e che il sottomarino è stato progettato per passare attraverso un buco nello scafo della nave di ricerca Tan Suo San Hao, creata appositamente per esplorare la regione artica. Al momento non sono stati diffusi ulteriori particolari in merito al veicolo. Soltanto poche settimane fa, i media cinesi diffondevano foto e filmati per celebrare la prima pattuglia della Guardia costiera cinese giunta nell'Artico nell'ambito di un'esercitazione congiunta con la Russia. Le navi sono entrate in mare il primo ottobre, in occasione del 75esimo anniversario della Repubblica Popolare Cinese, e hanno portato la collaborazione sino-russa ad un nuovo livello.

I riflettori della Cina sull’Artico

Il citato Istituto della China State Shipbuilding Corporation ha sottolineato come la Cina, in precedenza, fosse costretta ad affidarsi sulla tecnologia straniera, ma che adesso ha sviluppato i propri sistemi che
"possono essere ampiamente utilizzati in futuro per la ricerca scientifica polare, l'esplorazione e la produzione di risorse minerarie di petrolio e gas in acque profonde, la costruzione e la manutenzione di oleodotti sui fondali marini e operazioni di ricerca e soccorso".

Le capacità delle navi per la ricerca polare, ha spiegato il South China Morning Post, sono limitate dalla presenza di banchi di ghiaccio, quindi inviare mezzi sott'acqua sarebbe un modo per aggirare il problema, anche se le condizioni estreme rappresentano una sfida tecnologica considerevole.

Finora solo la Russia aveva inviato una nave con equipaggio sui fondali marini dell'Artico, con la missione Arktika del 2007, il che significa che la Cina potrebbe diventare il secondo Paese a farlo (magari collaborando anche con Mosca). L'istituto ha inoltre progettato una serie di attrezzature per la nave madre a supporto della ricerca in acque profonde, tra cui un sistema di verricelli da 10.000 metri e un sistema di dispiegamento e recupero per il sommergibile.

Una regione strategica

La Cina si è descritta come una potenza "quasi artica" e sta aumentando le sue flotte di esplorazione polare. Ha costruito un certo numero di rompighiaccio, il più recente dei quali, il Jidi , ha compiuto il suo viaggio inaugurale nell’Artico ad agosto. Pechino sta inoltre sviluppando un altro rompighiaccio progettato per gestire ghiaccio spesso più di 2 metri dopo il primo rompighiaccio prodotto a livello nazionale, lo Xue Long 2.

A proposito di Russia, i media di Pechino hanno riferito che i recenti pattugliamenti marittimi congiunti cinesi e russi nell’Artico aiuteranno i due Paesi a migliorare il coordinamento dell'applicazione della legge in mare e ad aumentare la portata operativa della Guardia costiera cinese.

Quest'ultima, dal canto suo, ha affermato che l'operazione ha "ampliato significativamente la gamma di operazioni offshore, testato a fondo la capacità delle navi di svolgere missioni in acque sconosciute e fornito un forte supporto per la partecipazione attiva alla governance marittima internazionale e regionale". Tutti questi movimenti vengono monitorati attentamente dagli Stati Uniti, preoccupati dal rafforzamento della cooperazione sino-russa in una regione strategica.

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