Le sovvenzioni dal governo e l’esenzione dalle tasse: così la Ong basca ha operato per anni nel Mediterraneo

La Ong Salvamento Maritimo Humanitario ha goduto per anni, al pari di altre Ong, delle esenzioni fiscali della Comunità Valenciana, godendo al contempo delle sovvenzioni pubbliche

Le sovvenzioni dal governo e l’esenzione dalle tasse: così la Ong basca ha operato per anni nel Mediterraneo
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Giro di vite della Spagna sulle Ong: stop alle agevolazioni fiscali che per anni hanno permesso alle navi delle organizzazioni non governative di ormeggiare gratuitamente, nei porti di Burriana e Vinarios, non solo senza pagare le imposte dovute ma anche senza pagare per la fruizione di acqua e corrente elettrica al molo. Il nuovo governo della Comunità Valenciana, guidato dal Partito Popolare, ha detto stop alle tante concessioni fatte alle Ong negli anni che hanno visto alla guida i socialisti. A lamentarsi delle nuove regole è la Ong Salvamento Maritimo Humanitario, organizzazione basca che gode di fior fior di sovvenzioni proprio dal governo basco.

Dal bilancio pubblicato dalla stessa Ong emerge che nel 2023 le entrate per Salvamento Maritimo Humanitario provenivano principalmente dai finanziamenti pubblici: ben il 63% degli introiti sono sovvenzioni. Appena il 17% provengono dalle donazioni e tutto il resto sono quote associative e varie ed eventuali che concorrono a permettere all'imbarcazione di salire e scendere nel Mediterraneo alla ricerca di migranti. Nel 2023, l'associazione ha avuto entrate per un totale di 766mila euro e qualche spiccio. Di questi, 551.3mila euro sono di provenienza pubblica. Nello specifico, il governo basco ha contribuito per il 43% di quella cifra. Il governo di Navarra, invece, ha versato il 6% e altre entità locali un altro 22%. Il resto sono ulteriori finanziamenti pubblici che hanno contribuito a rimpinguare le casse di Salvamento Maritimo Humanitario.

Questa Ong gestisce una barca, l'Aita Mari, che è una delle "piccole" della flotta civile, una di quelle imbarcazioni che le Ong utilizzano per aggirare il decreto Piantedosi e ottenere porti vicini. Ma non sempre la autorità fingono di credere che queste barche non siano in gradi di raggiungere porti che non siano quelli siciliani e così capita che vengano mandate in altri porti. È quanto accaduto già due volte ad Aita Mari. E così, denunciando la perdita dei privilegi di porto nella Comunità Valenciana, non hanno mancato l'occasione per attaccare Giorgia Meloni e il governo per l'assegnazione del porto di Ravenna nel corso dell'ultima missione. "Non abbiamo più potuto fare altro lavoro perché abbiamo dovuto fare un secondo rifornimento di carburante e abbiamo finito il budget. L'equipaggio aveva navigato praticamente per due mesi, percorrendo con il ritorno tante miglia come se avesse attraversato l'Atlantico.

Sono quasi tre serbatoi di carburante che rappresentano circa 60.000 euro solo in carburante". E ora anche la batosta dei 60mila euro di arretrati da corrispondere per il mancato pagamento delle tasse. Possono sempre chiedere più soldi al governo basco.

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