Titan, trovati i resti: "Imploso da giorni"

I detriti sono della parte posteriore del mezzo. Iparenti delle vittime: "Allarme dato tardi"

Titan, trovati i resti: "Imploso da giorni"
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Nessuna speranza per le cinque persone a bordo del sommergibile disperso da domenica mentre era diretto verso i resti del Titanic. A mettere la parola fine alla possibilità di salvare Hamish Harding, miliardario ed esploratore britannico, Stockton Rush, il numero uno di OceanGate, l’uomo d’affari pakistano Shahzada Dawood, suo figlio Sulaiman, e Paul-Henri Nargeolet, esperto marittimo francese, è stata la stessa azienda proprietaria del sommergibile.

«Crediamo che purtroppo l’equipaggio del Titan sia morto», ha comunicato OceanGate intorno alle 21 italiane di ieri. «Questi uomini erano veri esploratori che condividevano uno spirito di avventura e una profonda passione per l’esplorazione e la protezione degli oceani del mondo - ha proseguito l’azienda - I nostri cuori sono con queste cinque anime e ogni membro delle loro famiglie durante questo tragico momento».

La svolta è arrivata nel pomeriggio, quando la Guardia Costiera statunitense ha fatto sapere che all’interno dell’area di ricerca in cui stavano operando i soccorritori sono stati trovati dei detriti appartenenti alla scocca esterna del sommergibile. I rottami sono stati rinvenuti a circa 500 metri dalla prua del Titanic e la Guardia Costiera ha confermato che i rottami erano coerenti con un evento catastrofico, ossia la «perdita della camera di pressione» del sommergibile. Subito dopo il ritrovamento dei detriti anche Guillermo Sohnlein, co-fondatore con Stockton Rush di OceanGate, ha avvertito che poteva essersi verificata una «implosione istantanea». «Quando si opera in profondità la pressione è così grande su qualsiasi sottomarino che con un guasto si verificherebbe un’implosione istantanea. Se è quello che è successo, risale a quattro giorni fa», ha detto Sohnlein, che non è più coinvolto nell’azienda pur controllandone ancora una quota di minoranza.

Intanto sono emerse nuove informazioni riguardo la sicurezza del Titan: in un podcast dell’anno scorso, Rush ha affermato che la sicurezza è un «puro spreco. Se si vuole rimanere al sicuro non ci si deve alzare dal letto, non si deve entrare in macchina, non si deve fare niente». Mentre uno dei primi appassionati che si è rivolto ad OceanGate facendo la stessa immersione del sommergibile disperso, ha definito l’esperienza una «operazione kamikaze». Arthur Loibl, avventuriero e uomo d’affari tedesco in pensione di 61 anni, ha raccontato di aver avuto per la prima volta l’idea di vedere il relitto del Titanic durante un viaggio al Polo Sud nel 2016. Quando l’anno dopo l’americana OceanGate ha annunciato la propria operazione ha colto al volo l’occasione, pagando 110.000 dollari per un’immersione nel 2019 che però è fallita visto che il primo sommergibile non è sopravvissuto ai test. Due anni dopo ha intrapreso l’impresa con successo insieme a Rush e altri tre appassionati.

«Immaginate un tubo lungo pochi metri con una lastra di metallo come pavimento. Non si può stare in piedi, non ci si può inginocchiare. Tutti sono seduti vicini o uno sopra l’altro», ha ricordato, spiegando che durante la discesa e la salita di 2 ore e mezza le luci sono state spente per risparmiare energia e l’unica illuminazione proveniva da un bastoncino fluorescente. «Ero un po’ ingenuo - ha ribadito - ma guardando indietro è stata un’operazione kamikaze».

La famiglia di Harding, una delle vittime del sommergibile ha invece accusato OceanGate di aver impiegato «troppo tempo» per lanciare l’allarme, ossia otto ore da quando il Titan ha perso il contatto con la nave di superficie Polar Prince a quando e’ stata contattata la Guardia Costiera.

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