
Negli ultimi decenni, le relazioni tra gli Stati Uniti e la Russia hanno attraversato fasi di intensa collaborazione e profondi conflitti, riflettendo le complesse dinamiche geopolitiche globali. Mentre le tensioni tra le due potenze si intensificano, emergono continuamente nuove dichiarazioni e speculazioni riguardanti i legami tra i leader politici e le agenzie di spionaggio. Sotto questi auspici, le recenti affermazioni di un ex-spia del Kgb hanno riacceso il dibattito sulle possibili connessioni tra Donald Trump e i servizi segreti sovietici. Tali rivelazioni non solo sollevano interrogativi sulla natura dei rapporti economici e politici tra le due nazioni, ma pongono anche interrogativi sul ruolo che le influenze esterne possono avere nelle decisioni politiche internazionali o su possibili tecniche di disinformazione ad orologeria per annientare la popolarità del nemico ed influenzare i mercati.
Le affermazioni di un’ex spia sovietica
Un ex-spia sovietica ha recentemente fatto alcune affermazioni sorprendenti riguardo al Tycoon sostenendo che l'attuale presidente degli Stati Uniti sarebbe stato reclutato dal Kgb negli anni '80. Secondo AM, un ex presidente del Comitato per la Sicurezza Nazionale del Kazakistan, Trump avrebbe ricevuto l'alias "Krasnov". Questa notizia è stata condivisa attraverso un post su Facebook da M, che, si recepisce, avrebbe avuto una lunga carriera nei servizi di intelligence.
Il contesto del reclutamento
L’ex spia sovietica, 71 anni, ha rivelato di aver prestato servizio nella Sesta Direzione del Kgb a Mosca, un'agenzia che si occupava di controspionaggio economico. Da quanto emerge avrebbe affermato anche che uno degli obiettivi principali della sua unità fosse il reclutamento di uomini d'affari provenienti da paesi capitalisti. Secondo le sue dichiarazioni, Trump, all'epoca un promettente immobiliarista di New York, sarebbe stato uno di questi reclutati affermando: “Nel 1987, la nostra direzione ha reclutato Donald Trump sotto lo pseudonimo di Krasnov".
Assenza di prove e nuove accuse
Un aspetto interessante delle affermazioni è che l’agente russo M non ha presentato però prove concrete a sostegno di quanto dichiarato. Tuttavia, avrebbe aggiunto un'altra accusa che ha suscitato non poche perplessità:
“Oggi, il fascicolo personale del reclutato ‘Krasnov’ è stato rimosso dal Fsb e viene gestito privatamente da uno dei più stretti collaboratori di Putin”.
Tali affermazioni, al momento, secondo diffuse narrative internazionali, sembrano generare ulteriori interrogativi sulla natura dei legami del Presidente Usa e la Russia.
Il contesto storico del presunto reclutamento
Recepiamo, inoltre, che tali narrazioni però giungono in un momento in cui ci sono state speculazioni durature sui legami di Trump con la Russia, che risalgono alla sua prima visita a Mosca nel 1987. In quell'occasione, il Tycoon, già in ascesa nel mercato immobiliare newyorkese, si recò nell'Unione Sovietica per esplorare la possibilità di costruire un hotel nella capitale. Secondo le dichiarazioni, i funzionari sovietici avrebbero facilitato il viaggio, alimentando dubbi tra gli esperti di intelligence riguardo alla vera natura dell'incontro. Dall’analisi delle risorse aperte, uno dei quesiti più incalzanti che emerge sulla questione è: “Si trattava di un'opportunità commerciale ordinaria o di qualcosa di più compromettente?”.
Il reclutamento di figure occidentali
Da un rapporto venuto alla luce alcuni anni fa, si è scoperto che nel 1985 il Kgb aveva aggiornato un questionario di personalità segreto distribuito tra i suoi ufficiali, che conteneva istruzioni su come identificare e reclutare figure influenti in Occidente. Per l’intelligence, il documento esortava gli agenti a mirare a “figure prominenti” per coinvolgerle in una forma di collaborazione, sia come agenti che come contatti riservati. La dichiarazione dell’agente russo M suggerisce quindi che Trump potrebbe essere stato uno di questi obiettivi.
Le negazioni del Tycoon e le preoccupazioni dei funzionari statunitensi
Nonostante le numerose speculazioni, il Presidente Usa ha sempre negato però di avere legami inappropriati con la Russia o di aver collaborato con Putin. Tuttavia, alcuni funzionari statunitensi “avrebbero” espresso preoccupazioni riguardo alla sua relazione con il leader del Cremlino, specialmente durante il suo primo mandato. AS, per esempio, che ha ricoperto brevemente il ruolo di direttore della comunicazione alla Casa Bianca nel 2017, “secondo le fonti aperte”, sembra aver aggiunto un ulteriore elemento di mistero a questa dinamica.
La strana influenza su Trump
Dal Mirror, si apprende, che un recente episodio del podcast "The Rest Is Politics", il collaboratore di Trump, S, ha suggerito che il rispetto del Tycoon per Putin ha lasciato perplessi molti dei suoi ex alti funzionari. “Credo che ci sia una sorta di misteriosa ‘influenza’ sul presidente”, avrebbe affermato. Anche se non ha specificato cosa potesse significare questo ‘controllo’, avrebbe notato che anche altri ex funzionari dell'amministrazione Trump, come il generale McMaster, Mattis e Kelly, avrebbero avuto difficoltà a comprendere l'affinità di Trump per Putin. "Non so perché sia così", avrebbe affermato. "McMaster non riusciva a capirlo, presumibilmente, nemmeno Mattis e Kelly"-
Mosca ha acceso la macchina della disinformazione?
L'emergere delle affermazioni dell’ex spia sovietica M sul presunto reclutamento di Donald Trump da parte del Kgb solleva interrogativi non solo sui legami storici tra il businessman e la Russia, ma anche sulla possibile messa in moto della macchina della disinformazione russa. In attesa delle dovute indagini e di futuri chiarimenti, in un quadro internazionale caratterizzato da tensioni e da un'attenzione sempre maggiore verso le dinamiche politiche statunitensi, è plausibile che tali rivelazioni possano essere utilizzate per minare la popolarità di Trump o la credibilità internazionale degli Stati Uniti verso i mercati internazionali. La Russia ha una lunga storia di utilizzo della disinformazione come strumento per influenzare opinioni pubbliche e destabilizzare avversari politici. Pertanto, la diffusione di notizie sensazionalistiche riguardanti il legame tra Trump e il Kgb “potrebbe” servire a distogliere l'attenzione da questioni più urgenti e a polarizzare ulteriormente l'opinione pubblica americana.
In un'era in cui la verità è spesso messa in discussione, la capacità di manipolare la narrativa potrebbe avere conseguenze significative non solo per Trump, ma per l'intero panorama politico degli Stati Uniti e per le relazioni internazionali in generale.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.