"Boicottare i prodotti di Israele". Gli attivisti pro-Palestina se la prendono con la frutta

In Toscana, gli attivisti pro-Palestina hanno messo nel mirino alcune catene di supermercati. A Firenze, i manifestanti anti-israeliani hanno protestato per invitare Coop a non vendere più frutta e prodotti provenienti da Israele, mentre in provincia di Pisa hanno invitato i consumatori a boicottare Carrefour

La protesta dei pro-Palestina a San Giuliano Terme
La protesta dei pro-Palestina a San Giuliano Terme
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Proteste davanti ai supermercati, con tanto di bandiere della Palestina, invitando i consumatori al boicottaggio (a causa del sostegno mostrato ad Israele dal marchio di grande distribuzione) o chiedendo all'azienda di non mettere più in vendita prodotti israeliani. Queste le iniziative non prive di tratti surreali che nei giorni scorsi sono state messe in atto dagli attivisti pro-Palestina. L'ultima, in ordine cronologico, si è svolta nelle scorse ore a Firenze, con gli attivisti che hanno manifestato davanti a tre punti vendita Coop situati sul territorio comunale. Stando a quanto riporta la stampa locale, si è trattato di un sit in con cui i partecipanti, esibendo vessilli palestinesi, hanno invitato la direzione a non mettere più sugli scaffali prodotti alimentari (in primis) israeliani o comunque venduti da aziende di Israele.

"No ai prodotti israeliani nei punti vendita Coop. A Gaza migliaia di persone vengono uccise, vedono le proprie case distrutte e soffrono fame, sete e mutilazioni inflitte dall'esercito di Israele. Un Paese occupante che mostra il più assoluto disprezzo per il diritto internazionale" si legge ad esempio su un testo surreale diffuso con la sigla "Soci Coop per la Palestina" al quale hanno aderito anche diversi esponenti del gruppo "Firenze per la Palestina". Stando a quanto riportato poi da FirenzeToday, gli attivisti denunciano che "sui banchi di Coop sono presenti diversi prodotti (avocado, arachidi e altri) di aziende israeliane" e che non vogliono "essere complici di genocidio, occupazione, pulizia etnica e apartheid nei confronti dei palestinesi".

Se da un lato c'è chi vorrebbe vietare la vendita dei prodotti delle imprese israeliane, dall'altro c'è addirittura chi con metodi ed argomentazioni perlomeno discutibili invita la cittadinanza a non effettuare più acquisti nei supermarket che considerano vicini ad Israele. Qualche giorno prima della "protesta firoentina" ad esempio, a San Giuliano Terme (una cittadina situata in provincia di Pisa) altri attivisti pro-Palestina avevano protestato davanti ad un punto vendita Carrefour, attaccando il brand francese con l'accusa di fornire "pacchi “regalo” all’esercito sionista". "Boicotta Israele. Con la resistenza palestinese" si leggeva in uno striscione affisso all'ingresso del supermercato in questione, firmato dal coordinamento boicottaggio Israele di Pisa.

Di più: gli esponenti di quest'ultimo coordinamento hanno persino stilato una sorta di lista di soggetti da contestare, annunciando sui social un "sistematico boicottaggio di Carrefour, Coop, Leonardo, Teva e tutte le complicità economiche, politiche ed accademiche" che sostengono Israele.

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