La carne non cotta a sufficienza e poi servita nella mensa scolastica ha scatenato la protesta di almeno metà delle famiglie degli alunni frequentanti l'Istituto comprensivo Giusti-D'Assisi. Così tanto da determinare un vero e proprio "sciopero della carne" come forma di rimostranza nei confronti di Milano Ristorazione. Tramite una specifica istanza inoltrata all'Istituto (da parte dei familiari di 227 alunni su un totale di 430), è stata infatti richiesta la somministrazione di un menù esclusivamente vegetariano.
Cosa è accaduto
Sono stati i membri della Commissione Mensa a far partire le rimostranze a seguito di tre distinti episodi nei quali era emerso con forza il dubbio che le carni bianche servite durante il pasto agli studenti non fossero cotte a sufficienza. "Questo potrebbe rappresentare un serio rischio batteriologico", lamentano infatti in una nota i genitori degli alunni.
"La prima constatazione riguardava un piatto di lonza", spiega uno dei membri della Commissione a il Corriere, "negli altri due casi bocconcini di tacchino e rustichelle di pollo". Un campanello di allarme che aveva portato i responsabili a tenere sotto controllo quotidianamente la situazione nella mensa dallo scorso febbraio, in particolar modo quando nel menù compariva della carne."Abbiamo usato i canali ufficiali, inviato documentazione e anche ottenuto il campionamento della carne non ritenuta idonea", denunciano i componenti della Commissione, "ma non siamo ai riusciti a ottenere il risultato delle analisi e nemmeno una risposta formale da Milano Ristorazione, se non generiche spiegazioni dal personale di sala".
Quando, durante la scorsa settimana, un piatto è stato rispedito indietro da alcuni insegnanti, sono stati richiesti dei nuovi e urgenti accertamenti. "Non siamo certi, ad oggi, che i pasti serviti a scuola raggiungano un livello sufficiente di sicurezza": queste parole dei commissari hanno, per ovvi motivi, creato allarme tra i genitori degli alunni. Ecco il perché delle numerose istanze per promuovere un menù interamente vegetariano.
La risposta dell'Istituto
Valerio Cipollone, preside dell'Istituto finito nell'occhio del ciclone, rivela di aver più volte contattato Milano Ristorazione affinché ai genitori degli studenti potesse finalmente arrivare una risposta chiara. Le rimostranze attuate dalle famiglie degli alunni, però, rischiano di creare ulteriore scompiglio. "Avrei preferito un’altra forma di protesta", dichiara il preside, "perché questa colpisce anche noi: dobbiamo gestire centinaia di richieste che, probabilmente, cadranno nel vuoto". "Attivare il menù vegetariano per motivi etico-religiosi non è automatico, è una procedura che richiede qualche giorno. Inoltre, se le famiglie non presentano tutti i documenti necessari, le domande vengono rimandate indietro, si forma un rimpallo e noi stiamo in mezzo", spiega ancora Cipollone.
Milano Ristorazione
"Milano Ristorazione ha proceduto in prima battuta alla sostituzione del cibo per evitare che ci fossero problemi per il pasto dei bambini", replicano da Palazzo Marino, spiegando che non risulterebbe invece alcuna anomalia. "Non sono state riscontrate le criticità di cottura lamentate dai genitori e da qualche insegnante", prosegue la nota. Anche i controlli relativi a eventuali altre segnalazioni giunte nei giorni in cui si sono verificate le problematiche all'Istituto comprensivo Giusti-D'Assisi non avrebbero portato a risultati.
"Il centro cottura in entrambe le giornate oggetto di segnalazione ha preparato oltre 4.600 pasti, e non sono state riscontrate altre anomalie se non in Giusti e Moscati".
Milano Ristorazione rivendica la propria "attenzione a fare le verifiche perché il tema è importante, soprattutto sulla cottura della carne di pollo, anche invitando i commissari mensa nel centro cottura".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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