Anche se non ci sono dati ufficiali da analizzare, le istituzioni sanitarie e le forze dell’ordine sono concordi nell’affermare che a Napoli l’assunzione del crack ha superato quella della cocaina. A dare la certezza di questo triste sorpasso è l’indagine sul campo svolta quotidianamente dai diversi operatori sociali. Il motivo è stato spiegato al quotidiano la Repubblica dal direttore del dipartimento dipendenze dell'Asl Napoli 1 Centro, Gennaro Pastore. “Per quanto la molecola sia la stessa – ha dichiarato il dirigente sanitario – la modalità di assunzione del crack permette una resa di effetto stupefacente molto maggiore, a parità di quantitativo, rispetto alla polvere di cocaina inalata per via nasale”.
Negli ultimi mesi, poi, polizia e carabinieri hanno effettuato numerosi sequestri di crack, soprattutto agli immigrati di origine africana e ai tossicodipendenti cronici. Sono loro a farne maggiore uso, mentre gli esponenti della “Napoli bene”, gli insospettabili professionisti, imprenditori e artisti, preferiscono ancora la cocaina. Anche in questo caso c’è una ragione. “La composizione – ha spiegato il direttore del dipartimento dipendenze – permette un superamento immediato e molto più forte della barriera emato-encefalica”. In parole povere si perde il controllo di se stessi facilmente e questo viene evitato da chi conduce una vita sociale intensa.
Anche i giovani, a quanto pare, non sembrano essere attratti da questo tipo di droga che resta relegata alle fasce di cittadini più marginali che, purtroppo, sono in numero molto elevato. Queste persone sono favorite anche dal costo basso del crack.
Una dose viene pagata dai 5 ai 15 euro. Chi fa uso di questo particolare tipo di sostanza stupefacente solitamente non si rivolge all’Asl e quindi rende poco tracciabile la mappa della diffusione del crack a Napoli e in provincia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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