"Ecco perché ho colpito col machete quel medico"

L’uomo avrebbe aggredito il medico a colpi di machete, a causa di una flebo somministratagli due anni fa che gli avrebbe causato "gravi problemi di salute"

"Ecco perché ho colpito col machete quel medico"

"Mi ha rovinato la vita". Con queste parole Benedetto Bifronte, il 62enne originario del Messinese, ma da tempo residente a Rozzano, che tre giorni fa ha colpito alla testa con un machete a San Donato Milanese il medico Giorgio Falcetto, 76 anni, morto il giorno dopo a causa delle gravi ferite riportate, ha cercato di giustificare il delitto. È stato ascoltato dai carabinieri della Compagnia di San Donato subito dopo il fermo e il verbale è agli atti delle indagini dei militari, coordinate dal pubblico ministero Giovanni Polizzi.

Le dichiarazioni dell'indagato

Bifronte ha confessato che quella mattina si era recato al pronto soccorso del Policlinico San Donato a bordo della sua auto, una Alfa Romeo 147 di colore blu, perché si era svegliato con un dolore al petto. Dopo aver visto che vi era troppa gente in attesa, aveva deciso di andare via ed era tornato alla sua vettura. Ha detto che proprio in quel momento ha riconosciuto il medico che "due anni fa mi aveva fatto una flebo", trattamento che a suo dire gli avrebbe causato "gravi problemi di salute", con perenni mal di testa e nausea. Ha riferito agli investigatori di aver detto al medico, mentre gli stava passando accanto, che a causa sua stava sempre male, sostenendo pure che Falcetto lo avrebbe insultato a sua volta.

L'attacco

Poco dopo Bifronte, andandosene con la sua auto, avrebbe urtato contro la macchina del medico e a quel punto, sempre secondo quanto da lui stesso dichiarato, i due uomini si sarebbero messi a discutere. "Io ero tranquillo ma il medico era agitato", ha sostenuto ancora. Il 62enne ha poi aggiunto di aver "perso la testa" , di aver quindi colpito Falcetto con il machete che aveva nel bagagliaio, e di essere scappato perché aveva paura, così ha detto, che le altre persone attorno gli potessero fare del male. Ha raccontato di aver poi "gettato l'accetta dentro un tombino, sempre a San Donato", mentre invece l’arma utilizzata è stata ritrovata nell’intercapedine del vano scale delle cantine di uno stabile di Rozzano, dove i militari sono arrivati grazie alle indicazioni dell’uomo. Il presunto omicida ha poi concluso il suo racconto: "Il medico che mi ha fatto le due flebo mi ha rovinato la vita".

Gli accertamenti

Ieri, durante l'interrogatorio di convalida, assistito dagli avvocati Matilde Sansalone e Benedetto Ricciardi, il 62enne è rimasto in silenzio, avvalendosi della facoltà di non rispondere. Il gip ha convalidato il fermo per omicidio e disposto la custodia cautelare in carcere.

Inizialmente, di quella visita medica non si era saputo nulla, ma i successivi approfondimenti dei carabinieri effettuati tra i referti medici archiviati in direzione sanitaria hanno dato la conferma: nella mattinata del 2 febbraio 2021, Bifronte era stato realmente visitato da Falcetto a causa di un presunto "dolore toracico con dispnea" ed era poi stato dimesso con una diagnosi di cervicalgia con sindrome influenzale.

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