Gli eco-vandali, i social e l'odio (rosicone) contro i Suv

Il raid ambientalista a Milano contro le auto parcheggiate e il giustificazionismo social che diventa odio contro i suv. Al prossimo giro cosa difenderanno: l'attacco agli immobili troppo di lusso?

Gli eco-vandali, i social e l'odio (rosicone) contro i Suv

Va bene, hanno ragione quelli che sui social me lo hanno fatto notare. "Le ruote non erano bucate ma 'solo' sgonfiate". Ma davvero cambia qualcosa? Di certo non cambia il giudizio sugli pseudo-ambientalisti del collettivo "SUVversivo". Bucate o sgonfiate, restano comunque vandali. E il loro raid di ieri per le vie milanesi resta comunque una violenza. Piuttosto, è in quell'avverbio, in quel "solo", che cova un pericoloso giustificazionismo nei confronti degli eco-preopotenti. Perché il fatto che le abbiano "solo" sgonfiate non è una deminutio, se non forse in termini economici. Certo, la gomma non andava cambiata, nessuno ha dovuto aprire il portafogli per comprarne una nuova, ma i malcapitati hanno comunque perso tempo (ore) prima che l'auto - il loro suv - tornasse agibile. E questo non può essere tollerato. Qualsiasi tipo di protesta, fosse anche la più giusta (e questa nemmeno lo è), non può mai e poi mai diventare una violenza contro un'altra persona o contro una proprietà privata.

Ma andiamo con ordine. Ieri la notizia. Gomme squarciate per "protesta": altro che ambientalisti, sono solo vandali. Questo il nostro titolo. Di lì a stretto giro il mio post su Twitter: "A Milano bucano le ruote dei Suv in nome dell’ideologia green. Altro che ambientalisti, questi sono solo vandali!". La maggior parte dei follower si indigna (giustamente) contro gli eco-vandali. Dopo i raid contro le opere d'arte, ora i collettivi se la prendono con i suv. Non che l'attacco a un quadro di Vincent Van Gogh o a una sede istituzionale valga meno. Ma quando arrivano a colpire un privato cittadino, allora il fastidio (per non dire l'incazzatura) decuplica (per non dire centuplica). E così è stato. Col passare delle ore, poi, i malcapitati che si sono trovati con le ruote a terra scoprono che le gomme non sono state bucate ma sgonfiate, come effettivamente il collettivo aveva scritto sul volantino che aveva infilato nei tergicristalli delle auto colpite. Il post ormai è online e così sui social fioccano i distinguo.

"Sgonfiano, non bucano", fa notare uno. Giusto. Ha ragione. Ma, subito dopo, un altro rincara: "T'hanno sgonfiato, non bucato la gomma. Che lagna che siete!". Sentiamo chi ci ha segnalato la notizia. E ci spiega: "Ieri mattina quando sono scesa in strada a prendere la macchina pioveva a dirotto. Ho visto che due ruote erano completamente a terra ed ero convinta che le avessero tagliate. Ero in ritardo e ho preso il tram per andare al lavoro, quando sono tornata a casa la sera mi sono resa conto che erano solo sgonfie". La violenza c'è stata, comunque. E pure il danno.

I post che minimizzano nascondono un odio rosicone nei confronti dei suv e dei loro proprietari. E, infatti, ai primi distinguo seguono commenti sempre più duri, non più a sostegno di una qualche strampalata ideologia green quanto piuttosto intrisi di racore nei confronti della ricchezza. Uno salta su e commenta: "I suv andrebbero demoliti sul posto". E un altro, poi, rintuzza: "Fanno bene a sgonfiarvele. Avete rotto il cazzo con questi suv". E, poi, sempre peggio: "Non me ne frega dell'ambiente: i suv fanno schifo a prescindere. Grossi, pacchiani, rumorosi, pesanti. Hanno fatto bene".

A questo giro i collettivi se la sono presa con i suv, i macchinoni da sempre invisi alla sinistra. E hanno immancabilmente trovato qualcuno pronto a giustificarli. Al pari di quelli che giorni fa hanno giustificato gli ambientalisti di Ultima Generazione che a Capodanno hanno imbrattato la facciata di Palazzo Madama.

Al prossimo giro questi vandali cosa colpiranno in nome della lotta green? Gli yacht ormeggiati in porto? I palazzi di lusso in centro storico? Una persona che cammina per strada? Per non arrivare a tanto, bisognerebbe che nessuno più parli di "protesta" ma di "violenza" e, soprattutto, che nessuno più si azzardi a giustificare.

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