È il secondo caso a livello nazionale, dopo quello di Taranto, di applicazione pratica della nuova normativa salva suicidi. Dell’articolo 283 del codice della crisi ne ha usufruito un cittadino napoletano, un debitore incapiente che non ha le risorse economiche per far fronte alla delicata situazione. A dare il via libera alla richiesta dell’uomo di sanare i propri debiti, che ha quattro figli da sfamare, come riporta il quotidiano Il Mattino, è stato il gestore della crisi da sovraindebitamento, Ezio Stellato, indicato come riferimento dall'organismo di mediazione e di composizione della crisi “Medì”, guidato da Riccardo Izzo, da poco nominato presidente della commissione nazionale Adr del Cndcec. Questa figura è legata all’ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli.
Con il Decreto ristori del 2020, il governo ha previsto una serie di cambiamenti per ciò che riguarda la legge anti suicidi. Prima di tutto è stata introdotta la cosiddetta esdebitazione, ossia la procedura a favore dei soggetti sovraindebitati che hanno perso ogni patrimonio. Grazie a questa norma il debitore ha la possibilità di estinguere totalmente i propri debiti, anche quando non è in possesso di beni da mettere a disposizione dei creditori. È il caso del cittadino di Napoli, che vive nel quartiere difficile di Scampia.
“Da un'attenta analisi effettuata – ha spiegato Stellato al quotidiano napoletano – è emerso che il soggetto ha un reddito minimo e non ha possibilità di offrire beni alla procedura, utilizza un'automobile usata, non ha effettuato spese folli o irrazionali e ha contratto debiti esclusivamente per sostenere la famiglia con i suoi quattro figli.
Il valore etico di essere nato e cresciuto a Scampia mi porta sempre a valutare con tanta attenzione questi casi che non meritano solo una valutazione economica pura ma anche sociale. Con ‘Medì’, esaminata l'istanza e valutata la fattibilità, è stato richiesto il sigillo definitivo al tribunale”.
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