Incendio a Monte Mario, non esclusa l'origine dolosa: pm apre un'inchiesta

Potrebbe esserci la mano dell'uomo sul maxi incendio che mercoledì ha devastato la collina romana di Monte Mario: ecco le prime ipotesi e quali sono le possibili conseguenze

Incendio a Monte Mario, non esclusa l'origine dolosa: pm apre un'inchiesta
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Considerata "l'ampiezza della zona interessata" dal vasto incendio che ieri ha devastato la collina del quartiere Monte Mario, a Roma, e "la velocità di diffusione delle fiamme" non si può escludere l'origine dolosa: per venire a capo di questa vicenda, che è costata anche l'evacuazione degli studi Rai in Via Teulada, è stata aperta un'inchiesta dal procuratore capo di Roma, Francesco Lo Voi. Il maxi rogo avrebbe preso origine dal parco di via Romeo Romei estendosi fino all'area nord Monte Mario.

Le prime ipotesi

Il procuratore aggiunto Giovanni Conzo, titolare dell'indagine e tra i primi ad effettuare il sopralluogo, aspetta di conoscere la relazione da parte vigili del fuoco, Protezione Civile e forze dell'ordine. Per precauzione sono state evacuate ben sei palazzine nei pressi dell'incendio così da scongiurare problematiche più gravi per i residenti. Come detto, mentre si cercano gli indizi per capire la causa scatentante non è esclusa la mano di una o più piromani che avrebbero potuto innescare gli incendi contemporaneamente in diverse parti del parco.

Canadair in azione

Dopo quasi 24 di lavoro incessante è in bonifica l'area interessata dal vasto rogo grazie al lavoro di squadre e mezzi aerei del Corpo nazionale dei vigili del fuoco: il personale si sta occupando di bonificare anche i più piccoli focolai nell'area dell'alta collina di Monte Mario mentre un Canadair ha continuato a sganciare l'acqua in aree ristrette e circoscritte.

I possibili effetti dell'incendio

La preoccupazione, adesso, è per la vegetazione presente nella Riserva Naturale di Monte Mario dove vive un "insieme unico di specie vegetali" che "rappresenta anche un geosito di interesse regionale con un ricco giacimento fossilifero. L'impatto di un incendio di queste dimensioni, oltre ad avere interessato in modo critico le abitazioni limitrofe alle aree verdi percorse dal fuoco, determinando grande preoccupazione e timori anche per i prodotti di combustione che si sono sprigionati, rischia di lasciare effetti critici e importanti danni ambientali a lungo termine". Lo ha dichiarato Simonetta Ceraudo, presidente dell'Ordine dei Geologi del Lazio.

I rischi legati all'incendio e alla vegetazione distrutta dal fuoco possono "determinare effetti secondari sulla stabilità dei pendii e su aree per loro natura propense al dissesto idrogeologico, dato che il suolo, in questi casi, resta esposto direttamente all'azione degli agenti atmosferici, che possono determinare fenomeni di dissesto diffuso venendo meno, peraltro, l'effetto stabilizzante degli apparati radicali".

La nota di Legambiente

Esprime la massima preoccupazione anche il presidente di Legambiente Lazio, Roberto Scacchi, sui rischi legati all'incendio delle scorse ore in cui ha fatto riferimento alla crisi climatica e le risorse economiche.

"Ogni ettaro di bosco urbano bruciato è infatti una sconfitta, ma un incendio in un punto così evidente della città deve farci riflettere sulla necessità urgente di stanziare nuovi fondi per l’antincendio e per la gestione del verde urbano. La crisi climatica si sta facendo sentire sempre di più di anno in anno e dobbiamo lavorare per permettere alla capitale di restare un luogo abitabile anche nei prossimi decenni".

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