Milano Malpensa è sempre in viaggio, non solo con i voli ma anche con gli eventi culturali. È stato infatti inaugurato il secondo appuntamento del ciclo “Terre del Nord” con la mostra fotografica “L’incanto della Luce” dedicata alle isole Fær Øer, che si può ammirare nella PhotoSquare al Terminal 1 dell'aeroporto, nell’atrio della Stazione ferroviaria presso l’ingresso dello Sheraton. Dopo quelle dell’Islanda, ancora atmosfere suggestive del Grande Nord: quelle delle misteriose isole dove la natura è ancora protagonista assoluta. Nelle poetiche e graffianti immagini di Mario Vidor, scelte dall’Archivio Fotografico Italiano per Sea, la luce particolare delle latitudini vicino al Polo Nord esalta la Terra, il Cielo e il Mare con tutta la forza che il fotografo ha voluto esprimere con scatti in bianco e nero.
L’arcipelago delle Fær Øer, il cui nome, derivante dall’antico norvegese-vichingo “Faar oy”, significa “isole delle pecore”, è un incredibile insieme di isole stagliate nell’Atlantico fra Islanda e Scozia, in uno dei luoghi più remoti e sembrano cocci di un vaso caduto a terra, 18 "pezzi" di isole frastagliate e connesse tra loro da ponti, traghetti, elicotteri e tunnel, che regalano un paesaggio tanto drammatico tanto quello islandese, ma condensato in uno spazio minimale. Strade perfette abbracciano le montagne, cascate impetuose si tuffano direttamente nell’Oceano e montagne brulle sormontano una terra bagnata da piogge e venti incessanti per ben 260 giorni all’anno.
“Il rimando al viaggio è il fil rouge delle mostre che negli anni si sono alternate nella PhotoSquare. Per la seconda volta ci troviamo immersi nei suggestivi luoghi del Nord Europa – ha detto Alessandro Fidato, Chief operating officer di Sea - dove tutto è estremo, drammatico, forte. Come le immagini di queste isole meravigliose, inaspettate, sorprendenti e come le emozioni suscitate dagli scatti di Mario Vidor che ne drammatizzano il racconto con la scelta del bianco e nero. Da Malpensa le Fær Øer si possono raggiungere facilmente con transito a Copenaghen oppure con stop-over a Parigi, Oslo, Edimburgo e Bergen”.
Tempeste imponenti squassano la costa e si abbattono sulle pareti di basalto che si ergono dal mare come fortezze abbandonate, migliaia di uccelli marini, con il loro stridere, interrompono il silenzio della solitudine e il costante sibilo del vento. Da queste terre nacquero le leggende dei Grigi, della donna foca Selkie e altre favole che si intrecciano alla realtà in maniera inquietante. Da un’isola all’altra il paesaggio va a ricordare un quadro di Turner, dove l’essere umano diventa una figura insignificante nei confronti della natura, ed è destinato a perire. L’isolamento dal resto dal mondo si nota nei visi segnati dal vento e dalle intemperie, e pochi sorrisi, sebbene un’educata gentilezza, accolgono il visitatore incerto, spesato, stupito, affascinato.
“Mario Vidor nel suo libro ha caparbiamente deciso di rappresentare in bianco e nero una terra dalle mille sfumature di verde, volendo sottolineare i contrasti di colori in un modo drammatico, quasi a catturare l’essenza stessa dell’isola – sottolinea Claudio Argentiero, presidente dell’Archivio Fotografico Italiano e curatore dell’iniziativa - piccoli paesi avvolti nella nebbia e gli archi di roccia frastagliati che si ergono dal mare diventano protagonisti, rappresentati nella loro imponenza e caducità, una terra difficile, ma spettacolare nella sua natura, l’orgoglio di una popolazione silenziosa, che continua nella sua lotta quotidiana senza nessuna pretesa. Un paese diverso nella sua cultura e nelle sue credenze, eppure estremamente affascinante all’occhio del fotografo”. Ed accade nei rari momenti in cui il tramonto colora di porpora le montagne intonse e cala il silenzio della sera, che le Fær Øer vengono avvolte da una cortina di magia e di immortalità; e proprio in quegli attimi queste isole lasciano un'impronta nel cuore, impossibile da cancellare.
Sottolinea Manuela Maffioli vicesindaco e assessore alla Cultura della Città di Busto Arsizio che patrocina la rassegna: "La mostra allestita al prestigioso spazio PhotoSquare ci permette di allargare lo sguardo verso un territorio lontano, di viaggiare idealmente verso un ‘altrove’, un rifugio in cui immergersi, seppur temporaneamente, per ritrovarsi. Ringrazio Afi-Archivio Fotografico Italiano, realtà protagonista della vita culturale di Busto Arsizio, e naturalmente Sea per aver offerto ancora una volta a un'associazione culturale la possibilità di valorizzare il suo operato nella preziosa vetrina dell’aeroporto di Malpensa”.
Mario Vidor è nato nel 1948 a Farra di Soligo. Dalle prime esperienze pittoriche negli anni Ottanta, la sua attenzione si è in seguito focalizzata sulla fotografia. Dal 1982 la sua personale ricerca - partendo dalla lezione dei maggiori maestri dell'immagine di questo secolo - si sviluppa in due direzioni: l'indagine storico-scientifica e il linguaggio creativo.
Alla sua prima pubblicazione "Sulle terre dei Longobardi" (1989), sono seguiti numerosi altri volumi di fotografia, e alcune singolari cartelle foto-litografiche. A Pontremoli nel settembre del 1992, con il libro "Semplicemente Italia" ha ricevuto il Premio Bancarella.
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