È un bilancio amaro quello che traccia Ilaria Lameta, la studentessa 23enne che un paio di mesi fa aveva dato il via alla protesta delle tende davanti alle università per denunciare il caro affitti. Ora non ci sono più tendopoli davanti al Politecnico in piazza Leonardo da Vinci a Milano, stante anche la fine dell'anno accademico all'ateneo. "L'obiettivo era sollevare il tema e portare l'opinione pubblica a parlarne. Non avevamo l'ambizione di risolvere una questione di questo genere in pochi mesi", sostiene la ragazza in un'intervista rilasciata al Corriere della Sera.
Insoddisfatta per come la politica in generale non avrebbe risposto a sufficienza al problema, Ilaria dice che cosa ne pensa della proposta dell'assessore alla Casa di Milano, Pierfrancesco Maran: "La limitazione degli affitti brevi è necessaria. Come lo sarebbe un tetto massimo, che avevamo proposto, ma che non ha avuto molto successo. Sul canone concordato, invece, sono meno d'accordo: non funziona. E dividere la città in solo due zone sarebbe rischioso, perché zone con un'alta concentrazione di studenti, come Città Studi, potrebbero essere considerate 'centrali'. Serve istituire cinque o sei aree". A chi le chiede se la protesta delle tende è orami destinata a terminare, Ilaria Lameta è categorica: "Assolutamente no, il clima di giugno, la sessione e gli impegni personali hanno imposto un stop delle notti all'aperto. Ma andremo avanti fino a quando non avremo qualcosa di concreto".
Quando la ragazza ha cominciato questo tipo di mobilitazione - poi allargatasi anche in altre città - a sostenerla non ci furono solamente i ragazzi della Terna Sinistrorsa - l'associazione studentesca che ha sostenuto la protesta - e quelli dell'Unione giovani di sinistra, ma c'èra la anche rettrice del Polimi, Donatella Sciuto, a sostenerla: "Milano è una città per ricchi e anziani", aveva denunciato schierandosi senza "se" e senza "ma" con le istanze di Ilaria. Sciuto sottolineò inoltre che "deve fare l'università chi ha voglia di studiare e non solo chi se lo può permettere".
Se da un lato i
fuorisede continuano ancora oggi a inseguire la chimera di un posto letto a un prezzo accessibile, resta però il fatto che il Comune di Milano non riesce seriamente a compiutamente all'emergenza del caro affitti.
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