Museo della Resistenza o glicine? Il cortocircuito della sinistra a Milano

Cortocircuito totale sulla costruzione del museo prevista in piazzale Baiamonti: l'Anpi si spacca in due e mette il sindaco Sala in difficoltà

Museo della Resistenza o glicine? Il cortocircuito della sinistra a Milano
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Antifascismo e ambientalismo hanno interessi divergenti: e così a sinistra scoppia il caos più totale. Tra l'incudine e il martello ci finisce il sindaco di Milano, Giuseppe Sala, che adesso si ritrova a contemporaneamente prendere schiaffi (simbolici) dall'Anpi e dai Verdi. Motivo? Se venisse confermata la costruzione del Museo Nazionale della Resistenza ci sarebbe l'abbattimento del glicine di piazzale Baiamonti. E così è esploso lo scontro tra i partigiani e gli ecologisti Ma andiamo con ordine.

Il lungo progetto del Museo della Resistenza

Siamo nel dicembre 2019: un'era "geologica" fa (era ancora in carica il governo Conte 2 e non era ancora esploso il Covid, tanto per dire). L'allora ministro della Cultura, Dario Franceschini, annuncia che il suo dicastero stanzierà in totale 17,5 milioni di euro per la costruzione a Milano del Museo nazionale della Resistenza che avrà la propria sede, di 2.500 metri quadrati, in piazzale Baiamonti nella seconda "Piramide" progettata - e ancora tutta da realizzare - dall'architetto Jacques Herzog di fronte alla prima piramide, quella dove si trova la Fondazione Feltrinelli. Beppe Sala spegne immediatamente le polemiche sul luogo indicato, che in un primo momento doveva essere realizzato nella Casa della Memoria di Milano - considerato troppo piccolo per un progetto di tale importanza, visto che il capoluogo è città medaglia d'oro della Resistenza.

Passano tre anni e mezzo e il discorso dei lavori del nuovo Museo riemerge con tutte le polemiche del caso. L'area in cui dovrebbe sorgere oggi è presa in cura, tra gli altri, dal circolo dei Combattenti e Reduci dei bastioni di porta Volta: un'istituzione storica della città che è anche un circolo ricreativo divenuto il punto di riferimento per il quartiere. Sono loro che, da alcuni anni, si prendono cura anche del glicine di 80 anni che le ruspe del sindaco vogliono far sparire insieme a tutto il resto, circolo incluso, per realizzare la "Piramide”. Una petizione per fermare il Comune ha raggiunto e superato le 50mila firme ed è sceso in campo (tra gli altri) anche Giovanni Storti, dello storico trio comico milanese Aldo, Giovanni e Giacomo, per fare il suo appello.

La disputa all'interno dei partigiani

Se i Verdi chiedono a Sala "solo una piccolissima variante di progetto", Roberto Cenati, presidente provinciale dell'Anpi, è chiaramente per "mantenere la decisione che è stata assunta dall'amministrazione comunale nel luogo prescelto". Il messaggio sottinteso sembra evidente: è troppo importante la realizzazione del Museo della Resistenza per pensare di cambiarne localizzazione con lo scopo di salvare un glicine. Ed è proprio la sua posizione ad avere provocato un importante distinguo in casa Anpi.

"La realizzazione del Museo Nazionale della Resistenza non può essere 'l'alibi perfetto' per abbattere glicini e tigli. – dichiarano in un comunicato i direttivi delle sezioni Anpi Dergano e Audrey Anpi - Tempo fa il sindaco Sala, di fronte alle immagini del Po in secca, si chiedeva quando faremo davvero qualcosa di concreto per porre rimedio al cambiamento climatico in corso. Ecco, Sindaco, questa è la situazione perfetta per fare una scelta ambientalista molto concreta, per evitare che il cemento abbia ancora una volta il sopravvento nella nostra città.

La terra, il prato, gli alberi, fanno respirare il pianeta". Un elemento pare comunque abbastanza certo: tutto uno poteva immaginare tranne che ipotizzare che ci volesse un Museo della Resistenza a far tornare in auge l'ideologia di Greta Thunberg.

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