Lo potremmo definire l'albero della discordia: se il Natale avvicina, il simbolo natalizio appena sistemato a Piazza Venezia sta creando non poche polemiche non tanto per la sua forma e grandezza (sicuramente meglio di "Spelacchio" targato Raggi) ma per la presenza di pannelli solari con un aspetto a dir poco obbrobrioso per i cittadini romani e i turisti che scattano foto ricordo. Sul piede di guerra anche Vittorio Sgarbi, Sottosegretario alla Cultura, che ha commentato aspramente la scelta del sindaco, Roberto Gualtieri.
Intervistato da Radio 105 all'interno del programma "105 Kaos", Sgarbi ha dichiarato di essersi già mosso con direttore generale e Sovrintendenza affinché i pannelli solari possano essere rimossi "perché per il suolo pubblico occorre avere un'autorizzazione". Oltre, quindi, ad aver installato qualcosa che non andava fatta, la sua posizione è netta: io ritengo forme di pornografia rispetto all'Italia tutto il fotovoltaico e tutto l'eolico, però tutto questo è una mia posizione che ho fatto diventare anche istituzionale e ne faccio una battaglia in difesa del paesaggio".
Come dare torto a uno dei più esperti critici d'arte in Italia? Perché, per una ventina di giorni, accanto all'albero di Natale in Piazza Venezia si debbano associare quei pannelli? Se lo chiede anche lui, sottolineando che trattandosi di qualcosa di super temporaneo, "non si capisce che bisogno ci sia per illuminare quattro palle di Natale". Sgarbi rincara la dose aggiungendo che si tratta di "un'esibizione di ambientalismo fasullo costruito per rappresentare il bene delle rinnovabili che è profondamente immorale", da qui la scelta morale di scomodare la Sovrintendenza per chiedere la rimozione dei pannelli solari non autorizzati.
Sono almeno tre i punti su cui si batte Sgarbi: quei pannelli sono sbagliati sia rispetto al paesaggio perché viene contaminato, la scelta è errata anche rispetto al messaggio simbolico in esso contenuti perché danno l'idea "che quello è il bene, ed è sbagliato sul piano estetico", dichiara in radio. L'ironia è uno dei pezzi forti quando aggiunge l'aspetto "geniale" visto che tra due settimane sarà tutto smontato, "quindi non ne puoi fare un caso di guerra. Sono però un'effrazione rispetto alle regole e il posto è sbagliato. Viceversa, se il fotovoltaico va messo "in un capannone in periferia va bene".
L'incontro-scontro tra il critico e il primo cittadino ci sarà oggi, mercoledì 7 dicembre ma, a prescindere dal senso e dal gusto estetico, il punto fondamentale rimane sempre lo stesso: non ci sono gli estremi regolamentari per l'installazione dei pannelli fotovoltaici.
"Secondo me hanno pensato che essendo provvisori si poteva. Io di questo mi sono occupato oggi, di fare la verifica perché i pannelli non sono stati autorizzati in nome di questa profezia del rinnovabile", conclude Sgarbi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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