Di «lavabile» ormai non hanno più neanche la coscienza. Perché fatti due primi conti, anche un po’ sommari, pare che per rimediare alla «bravata» (se proprio la vogliamo trattare alla loro maniera) ci vorranno circa 200mila euro di soldi pubblici (quindi anche nostri). Tanto servirebbe infatti per ripulire la statua di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo a Milano dalla vernice gialla utilizzata il 9 marzo scorso da Martina e Riccardo, una coppia di attivisti di «Ultima generazione» convinti che l’imbrattamento dei monumenti sia il modo migliore per ripulire il mondo. E già qui, qualcosa suona stonato.
Ma quel che è peggio è che mentre l’Ultima Generazione si dilunga anche attraverso comunicati stampa post imbrattamento con allegate foto e file di orgogliosi video, in appassionate disquisizioni sulla crisi climatica e sui combustibili fossili, pare che abbia banalmente frainteso la parola «lavabile». Insomma che la vernice non sia per niente cancellabile e sia necessario un discreto impegno, pure economico da sborsare dalle casse del Comune. Così dopo essersi arrampicati sul monumento di piazza Duomo fino ad arrivare (per fortuna) soltanto sotto alla coda del cavallo, ora si devono arrampicare sulla semantica per tentare di giustificarsi. «La vernice è identica a quella utilizzata per imbrattare la Scala e il Dito di Cattelan in piazza Affari», si sono affrettati a ricordare come fosse una giustificazione. «Non è di sicuro un imbrattamento permanente», hanno aggiunto tentando così di fare breccia nella comprensione di non si sa più bene a chi, a questo punto. Non è «permanente», come dicono loro, perché una ditta specializzata, selezionata appositamente con un bando dal Comune, dovrà scalare il monumento per ripulirlo dalla vernice, dietro un lauto compenso appunto di circa 200mila euro.
Tanto che anche il sindaco Sala che sicuramente strizza almeno un occhio all’ambientalismo si è affrettato a dire l’altro giorno che questo «è uno sfregio alla città». Intanto però si fa la gara (pubblica), per pagare (con i soldi pubblici) quello che non è né più né meno che un danneggiamento. Nel frattempo, il disegno di legge proposto dal ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, che prevede da 10mila a 60mila euro di multa per chi vandalizza monumenti, è stato approvato dal consiglio dei ministri martedì.
Ma gli attivisti pare che non rischierebbero le multe, ma potrebbero rispondere in Tribunale dei danni causati al monumento, soprattutto visto l'inevitabile lievitamento dei costi per la ripulitura. E il Comune di Milano potrebbe proporsi come parte civile per recuperare almeno in parte quanto speso. Ma il tempo è ancora al condizionale...- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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