Roma piena di rifiuti. L'ira di Gassmann: "Una discarica"

Il post polemico dell'attore mostra una strada della capitale invasa dai rifiuti

Roma piena di rifiuti. L'ira di Gassmann: "Una discarica"
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La situazione rifiuti a Roma è tale che più volte anche gli sponenti del mondo dello spettacolo sono insorti, denunciando in diverse occasioni lo stato in cui versa la Capitale. Da Elena Santarelli a Claudia Gerini sono stati tanti i vip a prendere posizione. Molto sensibile su questo tema, l'attore e regista italiano Alessandro Gassmann ha fatto sentire spesso la sua voce, e nel corso della giornata di ieri ha pubblicato l'ennesimo post polemico sul proprio account Twitter.

Il post denuncia

Gassmann mostra ai suoi follower la foto di uno di quei cestini a forma di anfora tanto voluti dall'amministrazione Raggi e tanto criticati. Ai tempi si disse subito che i contenitori non sarebbero stati sufficienti a raccogliere i rifiuti, anche a causa della loro forma non proprio pratica. Sui social, poi, si fece anche tanta ironia, paragonando i cestini a delle urne funerarie.

Nella foto postata da Alessandro Gassmann, si vede uno dei cestini a forma di anfora tanto pieno da non riuscire a contenere i rifiuti. Vicino al contenitore, si trovano fra l'altro alcuni sacchi di rifiuti abbandonati, e un manico di scopa ormai inutilizzabile. Una scena spiacevole, che mostra lo stato di abbandono in cui versano alcune zone della Capitale.

"Ci vuole ancora tanto per capire che questi cestelli per i rifiuti nel centro di Roma NON sono adatti?", scrive polemicamente l'attore su Twitter. "Oggi ho camminato parecchio, la città è una discarica, come da ormai parecchi anni. Davvero uno schifo. Turisti disgustati, gabbiani sui tavoli e nei vicoli che mangiano resti".

Gassmann aveva già fatto notare in passato quanto degrado ci fosse per le strade di Roma. L'estate scorsa, sempre su Twitter, l'attore pubblicò la foto di un monopattino gettato in mezzo ad altra immondizia sui sanpietrini. "Certo che però porca zozza... Roma, Europa, centro storico", era stato il suo commento.

Gualtieri e le promesse non mantenute

A distanza di quasi due anni dalla sua elezione, il sindaco di Roma Roberto Gualtieri non pare aver mantenuto quelle promesse fatte in campagna elettorale. "Questa deve essere l’ultima campagna elettorale di Roma in cui tra le priorità c'è l'emergenza rifiuti", aveva dichiarato. "Se non si fanno gli impianti bisognerà continuare a pagare gli altri, se non si farà la differenziata o si cambiano otto amministratori delegati di Ama in cinque anni come ha fatto questa amministrazione è evidente che l'azienda è inefficiente". Gualtieri avava dichiarato che sarebbero stati nominati "vertici seri", che si sarebbero occupati di realizzare piani industriali realistici.

Impianti moderni, riduzione della Tari (adesso si parla invece di aumentarla), sono solo alcune delle promesse lasciate indietro. Gualtieri aveva anche affermato che entro un mese tutto sarebbe stato risolto. Come siano invece andate le cose è sotto gli occhi di tutti.

La polemica social

Tanti i commenti sotto al post di Gassmann. "Diciamo che le colpe sono 50 e 50. I cestini saranno sicuramente inadatti, ma la gente è abbastanza maleducata da rendere la situazione peggiore di quello che potrebbe essere", scrive un utente. "Fa schifo, non va bene. Quei secchi sono strapieni ed il ricambio è insufficiente. Puzza di piscio e guano, cartacce, plastica che svolazza, buche, tombini completamente tappati… una città di cui vergognarsi", è la replica di Gassmann.

A rincarare la dose alcuni utenti di Twitter, che postano immagini di escrementi umani trovati per strada. "I bisogni per strada, nella maggioranza dei casi, li fanno i senzatetto. Il problema è che, pur sapendolo, le istituzioni (IL SINDACO) non chiedono che le ditte preposte al lavaggio delle strade passino in certe zone 'almeno' una volta al giorno per lavare e pulire…", dichiara un internauta.

Leggendo i commenti, l'indignazione è

chiara. I romani sono furiosi. Viaggiando, hanno la possibilità di vedere città meglio gestite della loro, e si domandano, giustamente, per quale ragione la Capitale sia così tanto abbandonata a se stessa.

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