Scoperto bunker sotterraneo dove si coltivava marijuana

Lo hanno trovato i carabinieri sui Monti Lattari durante l’operazione "Continuum Bellum". Nel locale c’era tutto l’occorrente per la coltivazione della marijuana

Scoperto bunker sotterraneo dove si coltivava marijuana
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Sembrava un rudere abbandonato consumato dal lento scorrere del tempo e invece quella costruzione situata nella località montana di "Madonna della Libera" a Castellammare di Stabia, nel Napoletano, era un vero e proprio "bunker" utilizzato dalla criminalità organizzata come serra per la coltivazione della marijuana.

La clamorosa scoperta è avvenuta nell'ambito dei controlli effettuati dai carabinieri del Comando provinciale di Napoli e dello Squadrone eliportato Cacciatori Calabria nel quadro dell’operazione "Continuum Bellum", l'attività di monitoraggio a largo raggio che i militari stanno conducendo a ridosso delle pendici dei Monti Lattari.

Un luogo questo, scelto per custodire la serra illegale, non casuale. Le condizioni climatiche rendono quei terreni ideali per la coltivazione di piante che hanno necessità di una certa quantità di luce ed esposizione come la cannabis indica. Chi operava nel rudere aveva pensato quasi a tutto. Perché per migliorare la mimetizzazione della struttura aveva lasciato che le mura fossero coperte dalla vegetazione. L’obiettivo era quello di passare inosservati. Il piano, però, è fallito.

Nel rudere si accedeva tramite una porta occultata tra le pietre. All’interno era presente un locale sotterraneo dove c'era tutto il materiale necessario per la coltivazione e vari strumenti per rendere il sito una serra sotterranea come lampade, alimentatori, un impianto di ventilazione, vasi con terriccio e materiale vario. Un’attività criminale per di più fatta a carico dei cittadini: il locale era, infatti, servito da corrente tramite un allaccio abusivo alla rete elettrica principale.

Nel corso dei controlli del territorio i carabinieri hanno anche trovato 207 piante di cannabis indica dell'altezza media di un metro e mezzo. Tutte la piante sono state prima campionate e poi distrutte sul posto.

Il lavoro dei militari non si è concluso qui. I carabinieri hanno effettuato un secondo arresto in due giorni di attività: a finire in manette con le accuse di detenzione illegale di armi e detenzione di droga a fini di spaccio è stato un 33enne di Gragnano, già noto alle forze dell'ordine e soggetto ritenuto contiguo al clan camorristico Afeltra-Di Martino.

Durante la perquisizione domiciliare gli uomini dell’Arma hanno trovato e sequestrato una pistola lanciarazzi calibro 22 completa di caricatore per capsule di innesco, poco più di 31 grammi di marijuana, un bilancino e materiale vario per il confezionamento della sostanza stupefacente. L'arma, di solito usata per lanciare segnali di aiuto, verrà sottoposta ad accertamenti balistici. Il giovane è in attesa di giudizio.

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