"I partigiani non cantavano “Bella ciao”. Allora perché ai nostri giorni, ogni 25 aprile l’Anpi canta proprio quella canzone? Qualcuno mi può aiutare a capire? Sono sinceramente curioso". A chiederlo è il sindaco di centrodestra di Grosseto, Antonfrancesco Vivarelli Colonna, il quale in un video pubblicato nelle scorse ore sulla sua pagina Facebook ha ripercorso le origini storiche del brano. “Perchè Bella ciao viene associata ai partigiani ed intonata il 25 aprile? - ha proseguito - chi lo fa è non solo promotore di una divisione che avremmo dovuto superare, ma a mio avviso non conosce la storia: Bella ciao non veniva infatti cantata dai partigiani durante la guerra civile". Vivarelli, nel sollecitare una risposta, ha sollevato seri dubbi sulle origini storiche della canzone, che solo in un secondo periodo sarebbe a suo dire stata "retrodatata" sino a farla diventare evocativa della guerra civile.
Bella ciao? Era il canto delle mondine
"La prima traccia della canzone risale al 1906: veniva cantata fra le mondine di Vercelli, chiaramente con un testo diverso da quello attuale. Altre tracce portano al 1964, sempre nel medesimo contesto agricolo. Un'altra traccia si ha invece nel 1963: una canzone con il medesimo ritmo era conosciuta in Cina e Corea, legata anche in questo caso a contesti agricoli - ha proseguito il primo cittadino - tornando indietro, un brano musicalmente simile venne inciso a New York da un musicista originario di Odessa, nel 1919. Tra i partigiani circolavano inoltre dei fogli, sui quali erano scritte le canzoni da cantare. E in nessuno di questi figurava Bella Ciao. Idem dicesi per la Brigata Maiella: nel libro autobiografico di Nicola Troilo, figlio del fondatore della brigata partigiana, non vi è alcun accenno al fatto che Bella ciao venisse cantata dai partigiani. Perché quindi Bella ciao viene associata ai partigiani?".
I botta e risposta fra Vivarelli e l'Anpi
Il video si conclude con l'invito agli utenti a dare una risposta, sollecitando poi i più giovani ad informarsi. "La popolarità di questa canzone nasce forse dalla sua orecchiabilità - conclude Vivarelli - perché durante la guerra non fu mai cantata". Si profila quindi un nuovo capitolo del botta e risposta a distanza fra l'Anpi e il sindaco della città toscana. La sezione locale dell'Anpi non gradì la scelta della giunta Vivarelli di dedicare una via a Giorgio Almirante, accanto ad un'altra da intitolare invece ad Enrico Berlinguer.
Un'ipotesi che era stata accolta con favore, fra gli altri, anche da Antonio Padellaro, di certo non vicino al centrodestra. A dispetto di tutto ciò, l'Anpi ha più volte contestato Vivarelli, impedendogli di tenere il discorso istituzionale nel corso della cerimonia dello scorso 25 aprile (perlomeno in un primo momento). E la polemica, su queste basi, promette di continuare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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