"Troppo degrado a Vicofaro, chiederemo i danni". I residenti contro don Biancalani

Il Comitato dei residenti di Vicofaro si è rivolto ad un avvocato con l'intenzione di chiedere i danni alla parrocchia di don Massimo Biancalani e alle istituzioni, colpevoli a loro avviso di non aver risolto le gravi criticità del quartiere legate all'accoglienza migranti

"Troppo degrado a Vicofaro, chiederemo i danni". I residenti contro don Biancalani
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Avevano da anni puntato il dito contro i costanti problemi di degrado e di ordine pubblico evidenziati nell'area, individuandone l'origine nell'esperienza di accoglienza migranti messa in piedi da oltre un lustro da don Massimo Biancalani. E pochi giorni fa, il Comitato dei residenti di Vicofaro ha annunciato di aver contattato un legale con l'intenzione di chiedere un risarcimento alle istituzioni coinvolte (partendo proprio dalla parrocchia di Santa Maria Maggiore). Questa l'ultima iniziativa dei vicofaresi nei confronti del "parroco dei migranti", per una situazione che va avanti ormai da tempo. Stando a quanto fatto sapere dal comitato, la chiesa (ormai diventata nei fatti una sorta di struttura d'accoglienza, a quanto pare) e i locali della parrocchia in generale ospiterebbero attualmente dai 150 ai 200 migranti, in spazi che potrebbero a loro dire ospitare non più di 20 persone. E tutto ciò implicherebbe una lunga serie di risvolti negativi per i cittadini, che spaziano dai numerosi rifiuti abbandonati (con tanto di problematiche di carattere igienico-sanitario) ai timori legati alla sicurezza.

Degrado, scarsa sicurezza e molestie

Senza dimenticare episodi di aggressioni o di molestie concretizzatisi nel recente passato. L'ultimo risalirebbe oltretutto a qualche giorno fa, quando una ragazza a passeggio con il cane (stando a quanto riportato dal quotidiano Il Tirreno) sarebbe stata importunata da un giovane ospite di don Biancalani. E solo l'intervento della polizia e dei carabinieri avrebbe indotto lo straniero a desistere. C'è poi un'altra questione, a più riprese segnalata dal comitato: tutte queste problematiche hanno portato i residenti ad essere di fatto "prigionieri" a Vicofaro, in quanto alla luce dello stato in cui versa il quartiere le agenzie immobiliari pistoiesi faticano non poco a vendere immobili situati in quella che un tempo era considerata una zona residenziale. Il sindaco di centrodestra di Pistoia ha più volte incontrato gli abitanti della frazione, prendendo a cuore il problema. E aveva anche firmato un'ordinanza di sgombero, che a quanto pare non avrebbe però trovato ancora attuazione. L'avvocato Alberto Barni ha quindi scritto al Comune di Pistoia, alla diocesi, alla parrocchia e alla prefettura, invitando gli enti sopracitati ad arrivare ad una soluzione.

L'avvocato: "I residenti meritano risposte"

A poche ore di distanza dalla protesta, stamani Regione Toscana ha annunciato l'erogazione di un contributo di 30mila euro alla Società della Salute, per una serie di interventi straordinari nelle zone interessate dall'emergenza-migranti. Risorse che dovrebbero essere utilizzate per "decongestionare" la struttura di Vicofaro, censendo i migranti attualmente presenti e disponendo il trasferimento di alcuni di loro in altre strutture. Il comitato resta però sul piede di guerra. "Abbiamo inviato alle istituzioni coinvolte delle diffide al ripristino della situazione, rappresentando la sussistenza di questi danni – il commento dell'avvocato Barni, riportato dal quotidiano La Nazione – ma ad oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro. Con i tempi tecnici, passerà tutto in mano alle competenti autorità giudiziarie.

Ci sono i danni non patrimoniali rappresentati dalla sicurezza e dalla salute delle persone, dai problemi notturni, dagli schiamazzi. Ci sono persone che non aprono le finestre da cinque anni. Hanno diritto ad avere delle risposte".

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