"Emanuela mi salutò dicendomi 'addio'". Lo rivela Pierluigi Magnesio, un amico di Emanuela Orlandi, a 41 anni dalla scomparsa della giovane cittadina vaticana. I due si conoscevano poiché frequentavano la stessa comitiva dell'Azione cattolica che si riuniva periodicamente nella parrocchia di Sant'Anna in Vaticano (entrambi abitavano all'interno delle Mura Leonine). Come ben ricorda Il Messaggero, la posizione di Magnesio è stata per diverso tempo al vaglio degli inquirenti dell'epoca - forse per l'omonimia con il misterioso telefonista del caso Orlandi, tal "Pierluigi" - ma poi passò in secondo piano.
La versione dell'amico di Emanuela
Intervistato dal giornalista e scrittore Igor Paturno, Magnesio ha raccontato di aver conosciuto Emanuela quando la giovane aveva dieci anni. "Era una ragazza schietta, scaltra e per nulla ingenua", ricorda. Al punto che, a suo dire, con "la storia della chiamata sulla proposta dell'Avon voleva prendere tempo" ma "era abbastanza perspicace da sapere che era una menzogna". Il riferimento è alla telefonata che la ragazza, all'epoca 15enne, fece alla sorella per dirle che aveva ricevuto una presunta proposta di lavoro dalla nota azienda di cosmetici. Lei le risposte dicendo che avrebbe dovuto parlarne con i genitori primi di accettare l'offerta. Tutto questo accadeva a poche ore dalla scomparsa.
L'appuntamento
Ed era proprio il 22 giugno 1983 quando Magnesio avrebbe incrociato per l'ultima volta la giovane amica. Quel giorno "incontrai Emanuela per caso verso le 16 e mezza, - ricorda nel corso dell'intervista - io rientravo dentro il Vaticano per andare a casa e lei usciva, mi disse poi che aveva appuntamento con la sorella Cristina al Palazzaccio alle 19 all'uscita dalle lezioni di musica e lei mi invitò, vuoi venire?". Magnesio sostiene di essere andato all'appuntamento a Castel Sant'Angelo verso le 18 e che, non vedendo arrivare Emanuela, andò a cercarla alla scuola di musica dove però non c'era.
"Mi salutò dicendo 'addio"
Tra le dichiarazioni rilasciate da Magnesio vi è una in particolare che, se fosse confermata, potrebbe aprire nuovi scenari sulla vicenda della giovane cittadina vaticano.
L'uomo ha rivelato che "una settimana prima della scomparsa" Emanuela lo salutò "con due bacetti", dicendogli "addio". Una suggestione oppure la 15enne aveva avuto qualche sentore? Chissà.
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