Aggredita da due giovani stranieri e violentata, nell'appartamento in cui viveva insieme al fidanzato di 26 anni. È il dramma vissuto da una donna di 30 anni per mano di due ragazzi di 31 e 22 anni originari della Tunisia. Nonostante i principali indiziati siano stati condannati pochi giorni fa a 10 anni di reclusione per lesioni aggravate, rapina e violenza sessuale in concorso, la vittima è ancora terrorizzata da quanto avvenuto quella notte e ha fatto sapere di continuare a sentirsi in pericolo.
Questa storia arriva da Modena e secondo quanto riporta la stampa locale avrebbe avuto origine il mese scorso. L'8 settembre, infatti, i due giovani stranieri avrebbero bussato alla porta dell'appartamento in cui la donna risiedeva con il compagno, chiedendo aiuto. Quest'ultimo avrebbe aperto la porta e a quel punto sarebbero iniziate le violenze: i due avrebbero aggredito in primis il ventiseienne, rifilandogli una serie di pugni. Non contenti, gli avrebbero spaccato in testa un piatto di terracotta trovato in cucina, per poi sferrargli diverse coltellate alle gambe. E a quel punto si sarebbero diretti verso la trentenne: l'avrebbero picchiata e costretta a denudarsi, per poi violentarla. A ripercorrere quei momenti drammatici, nelle scorse ore, è stata la stessa vittima.
"Da quella notte vivo nel terrore che qualcuno possa entrare e farmi del male. Vivo guardandomi le spalle - le parole della diretta interessata, riportate dal quotidiano Il Resto del Carlino - il più grande mi ha portata in cucina, fatta sedere sul divano e si è abbassato i pantaloni. Gli ho detto che gli avrei dato soldi e gioielli, implorandolo di lasciarmi stare. Poi è arrivato il più giovane, lo ha fermato e mi ha condotto accanto al mio ragazzo, prendendomi a pugni in testa. Siamo stati costretti a spogliarci e ci hanno rovesciato bottiglie di birra ghiacciate addosso. Mi hanno fatto alzare e il più piccolo ha iniziato a filmarmi, mentre il maggiore dei due abusava sessualmente di me davanti al mio compagno".
Il ragazzo accoltellato fu portato in ospedale, dove rimediò novanta punti di sutura. Gli aggressori furono invece rintracciati ed arrestati dalla squadra mobile. E al termine del processo, sono stati giudicati colpevoli. La vittima, però, si è detta ancora preoccupata.
"Non sono soddisfatta della condanna - ha detto la donna - sono pericolosi criminali e dovrebbero restare dentro più a lungo. Dopo quello che hanno fatto, vivo nel terrore: in aula, durante il processo, mi fissavano. E ho il timore di ciò che potrebbero farmi quando usciranno".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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