E adesso che succede? La morte del rampollo di 'ndrangheta del potente casato dei Pesce-Bellocco di Rosarno sarà «vendicata» o «compensata»? A Milano se lo chiedono in tanti. Totò Bellocco era il figlio di Giulio (morto a gennaio di a Opera) e il nipote del capo cosca Umberto detto Assu i mazzi, a 36 anni aveva già una condanna a 14 anni per mafia. A decidere però sarà la Calabria, questo è certo. È la prima grana del capo designato del casato, Francesco Pesce detto Testuni, classe 1978, cugino della vittima, appena uscito di galera dopo 13 anni al 41bis e pizzicato da Klaus Davi con un cappello in testa con la scritta Boss, quasi a mandare un messaggio preciso. L'autonomia «politica» dei clan trapiantati al Nord è limitata a scelte strategiche, di business o di alleanze, difficile se non impossibile che le eventuali ripercussioni possano essere decise lontano da Rosarno, da San Luca o da Reggio Calabria. Lo si era visto con la morte di Carmine Novella, il boss scissionista che si era messo in testa di fare da solo e in testa si è ritrovato un proiettile mentre prendeva un caffè al bar il 14 luglio del 2008.
Altri tempi, certo. La pax mafiosa di cui vagheggiano gli inquirenti milanesi è finita? O non è mai iniziata? Non lo sapremo presto. Il sangue attira gli sbirri e i giornalisti e accende i riflettori sul sottobosco dove si intrecciano gli appetiti delle nuove paranze di 'ndrangheta che, nonostante le amicizie di facciata millantate sui social, contendono il controllo alla vecchia guarda milanese dei Luca Lucci (sponda Milan) e Andrea Beretta (sponda Inter), braccio destro ed erede naturale dello storico leader della Curva Nord Antonio Boiocchi, ammazzato nel 2022 con cinque colpi di pistola senza che la Procura abbia ancora individuato né killer né mandanti, stessa storia per Paolo Salvaggio detto Dum Dum, freddato a Buccinasco a febbraio del 2022 o per Enzo Anghinelli, scampato a un agguato in centro a Milano nel 2019.
Stadi e panozzi, bagarinaggio e merchandising, parcheggi e curve, droga e movida notturna a base di sesso, con la complicità della security dei locali dove i boss sono
di casa sono business che sfornano cash, ripulito grazie ad alchimie contabili, in viaggio da Milano via criptovalute o sui furgoni in direzione Germania ed Est Europa. Soldi facili perché silenziosi. Almeno fino a ieri.
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