
Prosegue la carrellata operata da “Chi l’ha visto?” in merito ai reperti della scena del crimine relativa all’omicidio di Pierina Paganelli, avvenuto il 3 ottobre 2023 in un vano tecnico di pertinenza ai garage del condominio di via del Ciclamino a Rimini in cui la donna viveva.
Tra gli oggetti repertati dagli inquirenti c’è infatti un orecchino d’oro con una perla, trovato al lobo destro della donna uccisa: tuttavia Paganelli indossava sempre il paio, e quindi l’orecchino sinistro manca all’appello tra i reperti. Questo significa che non sarebbe stato sulla scena del crimine dopo il delitto, ma potrebbe averlo perso l’assassino durante la sua fuga o quando si sarebbe disfatto delle prove, come l’arma del delitto.
C’è un altro importante dettaglio: una telecamera di videosorveglianza aveva catturato 11 secondi di urla della donna durante la sua aggressione. Tuttavia alla fine delle grida, si ascolta come un rumore metallico. Potrebbe essere stato causato dall’impatto del killer con un carrello della spesa presente sulla scena del delitto, che potrebbe essere stato spostato.
Nelle scorse puntate della trasmissione di Rai 3 si è puntata l’attenzione anche su materiali non repertati, come un giocattolo, un trattore infantile che avrebbe potuto - questo è il dubbio - essere cruciale. D’altra parte la nuora di Pierina Paganelli, Manuela Bianchi, che trovò la donna priva di vita, dichiarò agli inquirenti in merito alla posizione del corpo: “Mi è sembrato che fosse appoggiata, cioè che qualcuno l'avesse appoggiata in quella posizione, non dimenticherò mai la testa appoggiata nel giocattolo, nel trattore del bambino, come se fosse un cuscino”. È probabile quindi che la scena sia stata alterata dallo stesso assassino.
Tra i reperti presenti invece ce n’è uno che potrebbe aver rovinato eventuali tracce biologiche utili per le indagini. Si tratta di un assorbente macchiato di urina che la genetista Marina Baldi, consulente per la difesa dell’unico indagato Louis Dassilva, ha detto di aver trovato repertato in una busta anti-effrazione, anche se viene descritto come contenuto nella borsa di Pierina Paganelli: un contenuto insolito, dato che la donna era molto ordinata e nella borsa era presente anche il suo tablet, un oggetto troppo delicato per stare a contatto con un assorbente probabilmente usato.
Ma il vero problema è che tutina potrebbe aver danneggiato eventuali profili genetici presenti: da qui si spiegherebbero le difficoltà degli inquirenti rispetto
alle potenzialità di un caso di questo tipo. In ogni scena del crimine la vittima infatti lascia qualcosa di sé, ma lo lascia anche l’assassino: consiste nel trovare queste tracce il lavoro non facile degli investigatori.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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