Caso Liliana Resinovich, richieste nuove perizie: si indaga sul luogo del ritrovamento

L’associazione Penelope chiede nuove perizie su alcuni aspetti che l’autopsia sul corpo di Liliana Resinovich non ha chiarito

Screen "Chi l'ha visto?"
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Nuove perizie per giungere a una soluzione del caso. Nonostante il tempo che passa non si affievolisce la ricerca della verità su ciò che è accaduto a Liliana Resinovich, la 62enne scomparsa da Trieste la mattina del 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere tre settimane più tardi nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico giuliano. E per alcuni potrebbe essere proprio il boschetto, un luogo solitamente irto di rovi, popolato da un viavaio di animali selvatici, a essere la chiave del giallo.

O almeno è quello che sospetta l’associazione Penelope. Come riporta il Messaggero, il presidente dell’associazione Nicodemo Gentile, avvocato che si occupa delle istanze del fratello della defunta, Sergio Resinovich, ha annunciato di aver richiesto una perizia a uno zoologo per capire come mai gli animali del boschetto non abbiano attaccato il corpo di Liliana. L’interrogativo è un corollario della prima autopsia, che ha stabilito, verosimilmente, che la donna sia morta a ridosso della data di ritrovamento, ma a parte un presunto avvistamento l’antivigilia di Natale, non c’è traccia di lei nelle tre settimane della scomparsa.

Risulta anomalo che il corpo di Liliana Resinovich quando è stato trovato non presentava ferite da morsi di animali, quell'area boschiva è popolata da cinghiali e piccoli roditori. […] La figura che abbiamo consultato ci dice che in quel posto è impossibile che il corpo abbia stazionato anche per pochi giorni senza poi riportare nemmeno il segno di un morso. Non c'era neppure traccia dell'impronta di un muso o del pelo di un animale sui sacchi neri: come è possibile?”, ha spiegato Gentile.

Ma non sarà questa la sola perizia che Penelope richiede: è stata inoltre affidata un’analisi tecnica in relazione al nodo che avrebbe chiuso, in modo lasso, il cordino che teneva insieme i sacchetti sulla testa di Lilly. La donna era stata ritrovata anche con il corpo avvolto, ma non completamente, nei sacchi neri, simili a quelli che alcuni usano per l’immondizia. Infine è stato richiesto alla procura di acquisire le registrazioni di alcune interviste televisive rilasciate da Sebastiano Visintin, il vedovo di Liliana.

Il corpo della donna è stata riesumato nei mesi scorsi e c’è grande attesa per quello che si spera possa essere trovato dai consulenti della procura nella nuova

indagine riaperta su opposizione all’archiviazione presentata dai famigliari. Tuttavia la salma era in condizioni di grave trasformazione e al momento non è dato sapere se si sia giunti a una quadra almeno sulla data di morte.

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