C’è stato un “suggeritore”, una sorta di santone, nella strage di Altavilla Milicia? È uno degli interrogativi al quale stanno lavorando gli inquirenti, uno dei tanti, in relazione all’omicidio di Antonella Salamone, Kevin ed Emanuel Barreca. Durante questi giorni di analisi febbrili, i Ris hanno scandagliato la villetta del massacro ma anche le aree verdi intorno, in particolare alla ricerca di tracce di Dna. Inoltre stanno lavorando sui device elettronici per controllare i contatti prima, durante e dopo la strage.
In carcere è braccio di ferro. Da un lato Giovanni Barreca e la figlia minore porrebbero al centro del racconto agli inquirenti delle torture e degli omicidi Massimo Carandente e Sabrina Fina, dall’altra questi ultimi, chiamati i “Fratelli di Dio”, non solo si dicono completamente estranei ai fatti, ma producono attestazione dei biglietti ferroviari usati per dimostrare che non fossero tutto il tempo all’interno della villetta.
C’è però una parte del racconto di Giovanni Barreca che ha sollevato le antenne degli inquirenti: Sabrina Fina avrebbe effettuato e ricevuto telefonate durante i “riti di purificazione”. Quindi l’ipotesi che alla base della strage ci sia una piccola setta di una decina di persone viene rafforzata da un’altra: quella che un presunto santone stesse dando istruzioni sulle torture avvenute.
I parenti delle persone in carcere “assolvono” i loro cari. “Non ha l’indole - ha raccontato a Quarto Grado il fratello di Sabrina Fina - ha paura del sangue, ha paura dei morti, ha paura di tutto. Conoscendo il fisico, e scientificamente possiamo anche provarlo, viene difficile che Massimo e Sabrina hanno potuto fare quei gesti, poi non lo so se hanno avuto dall’oggi al domani una forza surreale. Secondo me c’erano altre persone di certa stazza per tenere bloccata una determinata persona. Io penso fortemente che c’erano altre persone”.
Gli fa eco, parlando però di Giovanni Barreca, la cognata, ovvero la moglie del fratello, che smentisce che l'uomo abbia un'indole violenta e chiarisce anche una circostanza: “Mio marito gli ha detto: chiama i carabinieri e consegnati. Se è accaduta questa tragedia, è giusto che tu lo faccia”.
La donna spiega che Barreca era disperato al momento del contatto con il fratello e che non crede a possibili maltrattamenti in famiglia su Antonella Salamone: “Non erano la famiglia del Mulino Bianco, c’erano litigi, problemi economici. Ma se mio cognato avesse picchiato Antonella, lei me lo avrebbe detto”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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