Che su Unabomber non si fosse mai trovato il colpevole sembrava un fatto ormai assodato: non si è mai risaliti all’identità del bombarolo seriale che tra il 1994 e il 2006 ha terrorizzato le province di Pordenone, Treviso, Udine e Venezia. Ma oggi potrebbe cambiare tutto: l’esposto di due delle vittime e del giornalista Marco Maisano hanno ottenuto una riapertura delle indagini. Non si sa se si riuscirà a giungere alla verità, ma è quello che si spera.
A UnoMattina Estate, nel segmento crime condotto da Alessandro Politi, l’avvocato Maurizio Paniz - che ha seguito l’ingegner Elvo Zornitta, indagato ma risultato innocente - ha dichiarato: “L’approfondimento istruttorio disposto dal tribunale di Trieste con ulteriore ricerca del Dna sui residuali referti rappresenta da un lato un elemento positivo nell’interesse sia delle parti danneggiate sia dello stesso ingegner Tornitta, che non vede l’ora che si scopra un eventuale colpevole. Ma dall’altro rappresenta un appesantimento particolarmente difficile da accettare per il conto degli ormai quasi 30 anni trascorsi e soprattutto per il fatto che i reperti non sono stati certamente cautelati, e possono essere stati oggetto di significative contaminazioni del corso del tempo”.
Zornitta può essere definito come un’altra vittima di Unabomber: a casa sua vennero ritrovate un paio di forbici che, venne presunto, fossero compatibili con quelle usate per tagliare un componente di uno degli ordigni, ma le accuse contro di lui, durate per mesi, si sono rivelate infondate. In questo senso Zornitta è una vittima. “Per quanto mi riguarda - ha aggiunto Paniz - l’accertamento è sempre auspicabile perché un approfondimento istruttorio potrebbe, non si sa mai, portare alla verifica della verità. È quanto è stato auspicato fin dal primo giorno dell’indagine. Per quanto riguarda invece l’ingegner Tornitta, il dramma si ripete, è un dramma incalcolabile, è un dramma che interviene su una persona che è già stata distrutta moralmente, psicologicamente, economicamente da un percorso istruttorio che ha un’unica matrice: il comportamento fraudolento di un ispettore di polizia”.
Il primo attentato di Unabomber fu registrato il 21 agosto 1996 alla sagra degli ossi di Sacile, quando una donna, trovando per terra un tubo metallico e raccogliendolo, viene investita da un’esplosione.
Fino al 2006 sono oltre 30 gli ordigni montati in tubi metallici, ombrelloni, l’interno degli ovetti di cioccolato, per cui vengono colpiti per lo più bambini, anziani e donne. Non si è mai scoperto quale fosse il suo movente e c’è chi teme possa trattarsi di più soggetti, sia per le variazioni del modus operandi nel tempo, sia per un periodo di quiescenza negli attentati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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