Cristina e il mistero del richiedente asilo-stupratore: chi è la ragazza in foto con lui

Si cerca una ragazzina ritratta con il richiedente asilo che si autoaccusò - per poi ritrattare - dell’omicidio di Cristina Golinucci, scomparsa nel 1992

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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A oltre trent’anni dalla scomparsa di Cristina Golinucci, avvenuta nel pomeriggio dell’1 settembre 1992 al convento dei cappuccini di Cesena, un nuovo indizio potrebbe consentire di venire a capo del giallo. Si tratta di un rullino fotografico che fu sequestrato a Emanuel Boke, il richiedente asilo già arrestato due volte per lo stupro di ragazze italiane: Boke, in carcere, si autoaccusò dell’omicidio di Cristina, per poi ritrattare affermando di aver avuto paura.

Ricordo che proprio questa persona definita feroce, incurante della dignità sia fisica che morale delle sue vittime, pericoloso perché minaccia di morte le sue vittime, questa persona era presente alle 14 e qualcosa, quando Cristina Golinucci arriva al convento”, ha spiegato a “Chi l’ha visto?” la legale Barbara Iannuccelli, che segue la famiglia Golinucci e ha scovato questo indizio: un rullino contenente 87 fotografie ora sviluppate, e dimenticato per decenni nello scatolone di un ufficio reperti.

Le immagini ritraggono in moltissimi casi proprio il convento di Cesena e altre persone che Boke avrebbe incontrato in Italia. Il rullino fu sequestrato a giugno 1994 quando Boke venne fermato per violenza sessuale, a sole 48 ore da un altro tentato stupro: avrebbe minacciato di uccidere una donna strangolandola con una cintura. “Chissà quanto male ha fatto nel tempo in cui è rimasto assolutamente libero”, è il commento di Iannuccelli.

In effetti Boke, dopo aver pagato il suo debito con la giustizia in Italia, ha incontrato la mamma di Cristina Golinucci, Marisa Degli Angeli, smentendo non solo di averle ucciso la figlia, ma addirittura di averla mai conosciuta: una circostanza insolita, se provata, dato che Boke in quel periodo frequentava quotidianamente il convento, proprio come Cristina, che si occupava di solidarietà, di volontariato e di educazione dei giovani.

Tre settimane dopo quell’incontro, Boke viene arrestato a Marsiglia: avrebbe violentato un’altra ragazza italiana. Ha un nuovo nome ma è lui, viene smascherato dalle impronte digitali e dal test del Dna, i cui risultati sono giunti solo di recente. Tre capi d’accusa pendono sul suo capo: ingresso illegale in Francia, stupro e rapina, per cui dopo la sua detenzione, viene condannato all’interdizione perpetua dal territorio francese, diventando oggetto di una richiesta giudiziaria di localizzazione diffusa Schengen.

Tornando al rullino, Marisa Degli Angeli si appella a tutti coloro che potrebbero riconoscersi negli scatti: “Ci sono tantissimi ragazzi giovani in queste foto. Per favore, chi si riconosce o sa qualcosa perché non dice qualcosa per darmi un po’ di pace?”.

In particolare si cerca una ragazza molto giovane che appare in tre fotografie scattate presumibilmente in una stazione ferroviaria o dei pullman: ha gli occhi verdi, la frangetta, indossa una sciarpa e un giubbotto rosso.

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