Omicidio Laura Ziliani, i video choc delle sorelle Zani: "La facciamo finita"

Due delle condannate per l'omicidio di Laura Ziliani girarono dei video esprimendo propositi di suicidio, poco dopo aver saputo dell'indagine a loro carico

Screen Quarto Grado
Screen Quarto Grado
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Alla vigilia del processo di appello che dovrebbe iniziare il prossimo autunno spuntano quattro video choc girati dalle sorelle Silvia e Paola Zani, condannate in primo grado all’ergastolo insieme a Mirto Milani per l’omicidio della madre Laura Ziliani, ex vigilessa di Temù uccisa l’8 maggio 2021, la notte prima della festa della mamma.

Questi quattro filmati, mostrati a Quarto Grado, sono stati registrati poco prima delle 2 del mattino del 4 luglio 2021. Le due sorelle Zani dicono di trovarsi sulla Torre dei Francesi del Castello di Brescia e già dal precedente 26 giugno sanno di essere indagate insieme a Mirto. È proprio a lui - che avrebbe avuto una relazione poliamorosa con entrambe, come da dichiarazioni processuali - che le due giovani si rivolgono nel primo e l’ultimo filmato, dicendo: “Abbiamo deciso di farla finita, ci buttiamo […] È stata una vita difficile. Noi ti amiamo tantissimo […] Prendi anche la nostra forza. Noi non ne abbiamo più per affrontare questa vita”.

Si alternano o parlano insieme Silvia e Paola, che lasciano tuttavia altri messaggi video. Il secondo filmato è infatti per la sorella, la secondogenita di Laura Lucia Zani: “Ciao tesoro. Noi non ce la facciamo più reggere questa situazione, tutte le bugie che stanno dicendo su di noi”. Nel corso del processo le sorelle hanno affermato di aver desistito dai propositi di suicidio proprio per Lucia.

Infine c’è un altro video rivolto a un’amica di famiglia, in cui Silvia e Paola lasciano anche istruzioni per la cura di Lucia: “Abbiamo deciso che questa vita qua non ha più senso e vogliamo farla finita”. Questi filmati hanno sollevato lo stupore dell’opinione pubblica, tenendo presente che è ancora vivo il ricordo di quando Silvia e Paola Zani apparvero in tv la mattina del 9 maggio simulando la scomparsa della madre a seguito di un’escursione in montagna.

In vista del processo d’appello, pare che la difesa dei tre condannati chiederà una nuova perizia psichiatrica: nella sentenza di primo grado tutti erano stati riconosciuti capaci di intendere e di volere e il loro movente individuato nell’autografiticazione dell’ego del trio.

Ma il trio al momento non c’è più.

Mentre Paola ha parlato al processo di una relazione platonica con Mirto, ha anche spiegato che la sorella Silvia l’avrebbe lasciato dopo che lui avrebbe affermato in aula che la giovane non avrebbe avuto momenti di ripensamento nell’omicidio. Sono tutti e tre in carcere ora: Mirto lavora in biblioteca, mentre le sorelle Zani si stanno occupando della propria istruzione universitaria ma non sono più compagne di cella.

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