Omicidio Ziliani, il processo al "trio diabolico" che ha ucciso la vigilessa di Temù

"Un giorno in pretura" propone con la sua classica formula il processo di primo grado per l'omicidio di Laura Ziliani

Omicidio Ziliani, il processo al "trio diabolico" che ha ucciso la vigilessa di Temù
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L’iter giudiziario non è ancora concluso, ma sicuramente si possono tirare le prime somme sul caso dell’omicidio di Laura Ziliani. Il processo di primo grado a due delle figlie e al genero della vigilessa di Temù è l’oggetto della nuova puntata di “Un giorno in pretura”, in onda stasera alle 21.20 su Rai 3.

L’omicidio

Laura Ziliani scomparve da Villa Dalegno, frazione di Temù, l’8 maggio 2021, il giorno della Festa della Mamma. La sera prima si era recata nella località - la donna, dopo essere rimasta vedova, si era trasferita a Brescia - per trascorrere la ricorrenza con le figlie, primogenita e terzogenita, Silvia e Paola Zani. Queste ultime hanno denunciato molto pubblicamente in tv e forse troppo tempestivamente la scomparsa, attirandosi da subito i sospetti degli inquirenti.

Ziliani, come sarebbe emerso successivamente, sarebbe stata sedata e soffocata dalle figlie e dal genero Mirto Milani la sera stessa del suo arrivo a Temù. Ma per alcuni mesi la macchina delle ricerche fu ben attiva.

Le ricerche e le indagini

Il primo ritrovamento, dopo la scomparsa della vigilessa, fu quello di una sua scarpa, avvenuto il 26 maggio 2021 nel torrente Fiumecle. Alcuni giorni dopo venne ritrovata l’altra e un paio di jeans. Questi ultimi però non furono riconosciuti dalle figlie.

Solo l’8 agosto 2021 fu invece trovato il corpo di Laura Ziliani dopo una piena dell’Oglio. Il cadavere presentava la corificazione di un arto - una delle gambe - e gli inquirenti hanno subito cercato di capire se il corpo fosse stato nascosto. Successivamente sarebbe emerso come l’occultamento di cadavere sarebbe avvenuto invece a ridosso dell’omicidio.

Nelle indagini ci si è concentrati anche sulle intercettazioni delle figlie e del genero, tanto da ipotizzare non solo che Ziliani fosse stata assassinata da loro, ma che ci fosse anche un movente economico: il “trio diabolico” (o “trio criminale”), come fu ribattezzato dalla stampa iniziò infatti a gestire il patrimonio della donna, in particolare i proventi di alcune proprietà in affitto, che Ziliani avrebbe voluto usare per la fondazione di un’associazione in aiuto della terza figlia, la sua secondogenita. La vigilessa di Temù aveva infatti ereditato un tesoretto di 3 milioni di euro in immobili, alcuni dei quali cointestati con le figlie.

L’arresto, le confessioni e il processo

Il 24 settembre 2021 Mirto Milani, Silvia e Paola Zani furono posti in custodia cautelare e successivamente rinviati a giudizio: detenuti in carcere, avrebbero confessato l’omicidio il 24 maggio 2022, spiegando di aver stordito Ziliani con le benzodiazepine - dopo varie ricerche fondate su alcune serie tv - per poi soffocarla. Per la corte d’assise, il trio sarebbe stato granitico, autoalimentandosi di fronte ai dubbi che di tanto in tanto sorgevano nei singoli.

Alla fine di ottobre 2022 è iniziato il processo di primo grado, che si è concluso il

7 dicembre 2023 con la condanna di tutti e tre gli imputati all’ergastolo. È stato già presentato il ricorso, per cui ora la corte d’appello dovrà fissare l’inizio del processo d’appello.

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