Le foto, la lapide e le ceneri: il giallo dei trafugamenti al Verano

Un uomo è stato rinviato a giudizio con l'accusa furti di foto e ceneri nel Verano. Ci si chiede se esista un fenomeno collegato e se abbia a che fare con il giallo della tomba di Katty Skerl

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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È iniziato da qualche mese a Roma un iter giudiziario con delle accuse insolite: un uomo, Marco Conocchia, è accusato di aver asportato centinaia di fotoceramiche dalle tombe del cimitero del Verano e aver trafugato le ceneri di Elena Aubry, 26enne che nel 2018 fu vittima della strada.

Graziella, madre della giovane scomparsa, nel momento di far visita alla figlia al camposanto, aveva scoperto il furto: nello spazio dedicato a Elena, in cui c’erano un mazzo di fiori, un quaderno con dei pensieri e un’urna, erano rimasti solo i fiori. “Di fronte a quel cinerario vuoto, mi sono ritrovata a vivere l’incubo di un’ennesima perdita”, ha commentato a “Chi l’ha visto?” la donna.

La trasmissione di Rai 3 ha cercato a lungo di parlare con Conocchia: il giornalista Francesco Paolo Del Re ha provato a intervistarlo, ricevendo solo un sorriso enigmatico e qualche strattone al microfono. Conocchia, classe 1970, abita nei pressi del Verano. Tempo addietro fu sorpreso nel cimitero con un cacciavite, nell’atto di asportare delle foto dalle lapidi di giovani donne. Fu condannato a 8 mesi, ma la pena fu sospesa.

Gli inquirenti però, al momento della denuncia della madre di Elena, sono andati da lui, che aveva precedenti in tal senso: l’uomo, dopo l’identificazione, avrebbe fornito un indirizzo in cui risultava irreperibile. Così le forze dell’ordine l’hanno seguito, scoprendo nella sua casa 358 fotoceramiche di giovani donne, tra cui una suora: alcune erano tenute sul frigo, altre nell’armadio o conservate nei cassetti o in un trolley. Solo una ventina di queste defunte è stata identificata al momento. In casa c’era anche una lapide sul letto, un quaderno in cui Conocchia annotava tutto, e un’urna gialla, per cui, come risulta dal verbale, l’uomo ha affermato: “Questo è quello che state cercando”, riferendosi al fatto che si trattasse di Elena Aubry.

Dopo essere stato indagato per ricettazione, Conocchia è stato rinviato a giudizio anche per la violazione del sepolcro e la sottrazione dei resti di Elena. Gli inquirenti si chiedono infatti se esista una sorta di mercato, relativo alle sepolture di giovani donne. Lo psichiatra incaricato dalla procura ha definito Conocchia capace di intendere e di volere, aggiungendo che l’uomo “afferma che, in seguito al primo furto (avvenuto nel 1994, ndr), abbia sviluppato una vera e propria ‘passione’ o ‘smania di collezionismo’ per le foto di giovani donne conservate nelle targhe tombali” e che abbia parlato di “pulsione irrefrenabile”.

Non c’è grande mistero sul modus operandi dell’uomo, che andava a nutrire i gatti randagi del Verano per occuparsi di questa macabra attività. Ma nella sua casa sono stati trovati anche degli altri dettagli, che spingono a interrogarsi. Nel soggiorno, per esempio, c’era una mappa del Verano, su cui appaiono due diciture: “Zona Spartaco” e “ingresso uomo calvo”. Esistono altri uomini che si dedicano a questa stessa attività?

Inoltre c’è un carrellino per trasportare materiali pesanti: a cosa serviva? A “Chi l’ha visto?” ci si è chiesti se esista un vero e proprio fenomeno, e se esso possa essere collegato al trafugamento della salma di Katty Skerl, 17enne morta nel 1984 in circostanze misteriose dopo una festa pomeridiana con amici e conoscenti.

Per lei nel 2015 si fece avanti Marco Accetti, il fotografo che si autoaccusò del rapimento di Emanuela Orlandi, e che affermò appunto di sapere come la tomba di Skerl fosse stata profanata, cosa che poi è stata verificata.

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