
Gent. Dr. Feltri,
una decina di giorni fa, in zona Arco della Pace a Milano, cinque 15enni sono stati aggrediti da una ventina di ragazzi stranieri grandi come loro o poco più. Io sono nonno e conosco alcuni dei ragazzi aggrediti, in quanto sono amici di mio nipote. Conosco bene la vicenda perché mi è stata raccontata da chi l'ha vissuta. I ragazzi avevano trascorso una serata in compagnia, in pizzeria. Finita la cena, conoscendo i pericoli, le ragazze erano state accompagnate a casa dai genitori. I ragazzi, rimasti soli, sono stati accerchiati e presi a calci e pugni. Hanno riportato varie lesioni. Uno di loro è finito in ospedale per trauma cranico. Le famiglie dei ragazzi coinvolti hanno presentato denuncia. In Consiglio Comunale il 17 sera se ne è parlato, presente la mamma di un ragazzo picchiato brutalmente. Questa signora si è rivolta al sindaco di Milano, Beppe Sala, lamentandosi del pessimo stato della sicurezza e facendo alcune domande. Perché l'epilogo avrebbe potuto essere molto, molto più grave. I capi d'accusa sono molto gravi: tentato omicidio, tentata rapina in concorso, lesioni.
Caro Sindaco, Le chiedo: è così che dobbiamo rassegnarci a vivere? Perché non vi sono pattuglie fisse in alcuni dei più noti luoghi di ritrovo dei nostri ragazzi già tristemente noti per fatti analoghi? Ci sentiamo degli sconfitti, sindaco. E lei? Lei lo sente il peso e la responsabilità di questa sconfitta?
Cordiali saluti
Franco Sgavioli
Caro Franco,
episodi delittuosi come quelli che hai raccontato ormai hanno cadenza quotidiana nella nostra Milano, la quale fino a qualche anno addietro era un luogo in cui ci muovevamo tranquilli, sia di giorno che di notte. Da quando le giovani gang di immigrati, soprattutto nordafricani, la fanno da padrone, nessuno di noi si sente più al sicuro e genitori e nonni come me e te vivono nella costante apprensione che possa accadere la prossima volta ad uno dei propri cari di essere accerchiato, minacciato con la lama, aggredito, magari pure accoltellato mortalmente, il tutto per sottrarre un telefonino, o una giacca, o un monopattino, o il portafoglio, magari contenente pochi spiccioli, o la catenina d'oro. Ormai vale tanto poco la vita... Solo la scorsa settimana, nel giro di 48 ore sono stati due i ragazzi rapinati e pugnalati da queste orde barbariche nordafricane composte da adolescenti o poco più che adolescenti i quali mostrano uno spiccato disprezzo nei confronti di qualsiasi tipo di regola e di autorità e sono evidentemente convinti che possano girare armati, assalire in pieno giorno e non solo di notte i passanti, rapinare, uccidere e farla franca. Di reato in reato, di crimine in crimine, divengono sempre più arroganti e brutali.
Ecco, guarda, caro Franco, impressiona proprio questo senso di impunità, che è il segno soprattutto del nostro fallimento: con il buonismo non si educa, ma ci si garantisce la costruzione di una società in cui vigono anomia e violenza, assenza di rispetto della vita, nichilismo, insicurezza, cultura della morte e della sopraffazione.
Vorrei poterti rassicurare, credimi. Ma cosa dovrei dirti? Che si risolverà tutto? Che questa non è che una breve parentesi oscura? Che il sindaco Beppe Sala, a cui ti rivolgi, il quale per anni si è ostinato a non ammettere l'esistenza di questa problematica che pure ora è esplosa tanto da rendere impossibile il mantenimento da parte sua di un atteggiamento negazionista, adotterà il pugno duro contro queste bande di extracomunitari? Sarei falso, disonesto, non sarei realista. Questi spregiudicati delinquenti sono gli stessi a cui la sinistra vuole regalare la cittadinanza ancora più precocemente, sono quelli che la sinistra dipinge quali vittime di un sistema che si è rifiutato di integrarli e di accoglierli, sono quelli che la sinistra costantemente giustifica, grazia, perdona, comprende, preserva dalla punizione, dalla condanna, dalla pena, persino dal rimprovero.
Ed è proprio questo il punto: tale irresponsabilità educativa li ha resi ciò che essi sono. Come possono avere contezza di quali siano i loro doveri se i loro genitori sono giunti in Italia soprattutto illegalmente e ritenendosi portatori soltanto di diritti e di pretese?
Allora succede che questi figli, i loro figli, neppure maggiorenni, se ne vadano a zonzo con il coltello in tasca, sentendosi potenti e intoccabili. A questo si uniscono odio e disprezzo nei nostri riguardi che pure abbiamo aperto le braccia. Infatti, e invito a ragionare su questo, l'utilizzo della lama, per di più con tale ferocia, implica necessariamente da parte di colui che la adopera un sentimento di odio e di rabbia. La rapina e il tentativo della vittima di sottrarsi al delitto non sono che il pretesto per colpire. Penso che lo scopo supremo di queste aggressioni sia proprio quello di scaricare tale aggressività, tale acredine, coltivata pericolosamente nell'animo di queste masse di immigrati che si sono trasferiti in Occidente ma che l'Occidente detestano.
Non possiamo che sforzarci di rimediare in qualche modo ai disastri compiuti dai governi di sinistra e dalla loro cultura fondata sull'accoglienza di chiunque, ma la situazione è in parte irreversibile. Sarebbe opportuno, come tu dici, riorganizzare le forze di polizia sulla base di queste nuove emergenze, cosa che si sta già compiendo. Sarebbe il caso di fare sentire in modo ancora più tangibile la presenza dello Stato ovunque, in centro e nelle periferie, a tutte le ore. Ma soprattutto occorre restituire legittimità e rispetto a poliziotti e carabinieri, i quali, negli ultimi mesi, sono stati processati mediaticamente per avere fatto il loro dovere e persino tacciati di razzismo.
Gli operatori della sicurezza devono potere svolgere le loro funzioni senza il timore di incorrere in simili incriminazioni che ne inibiscono l'azione. Il manganello? A mio giudizio, andrebbe usato di più, e nemmeno basta.Scegliamo: o ci difendiamo o soccombiamo come civiltà e come società un tempo libera.
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